E’ stato aperto da Davide Torrini (Udc) il dibattito consiliare sulla delibera che prevede un unico ente di formazione professionale, ForModena, in cui confluiranno Modena formazione, Carpiformazione e Iride formazione, approvata lunedì 16 aprile con il voto della maggioranza (contrario di Lega nord, Lega moderna, Pdl, Udc; astensione di Modenacinquestelle.it e non voto dell’Idv). Per il consigliere la delibera è “vecchia e fuori tempo massimo, perché ripiegare non basta più. Occorre invece decidere le priorità, perché con la fiscalità generale dobbiamo sostenere i servizi primari. Bisogna avere il coraggio di costruire un percorso che porti a individuare entro l’anno un partner privato con un piano industriale”.
Per il Pd, Stefano Prampolini ha precisato che il Comune si era posto da tempo il problema della razionalizzazione: “Oggi siamo a scadenza del piano europeo di fondi su cui si reggevano buona parte degli enti di formazione e in futuro le risorse non saranno tali. Bisogna continuare la mission anche con proposte formative a mercato”. Michele Andreana ha parlato “di una sfida alta che vale la pena di giocare, se non altro per la gente che vi lavora, e di un’operazione realistica, richiesta dal mercato, ma ambiziosa e con qualche dose di rischio. Una sfida legata alla capacità del nuovo ente di essere efficiente; se ciò non fosse, l’Amministrazione si dovrà porre il problema di non fare più formazione dettando magari le linee strategiche”. Per Luigi Alberto Pini l’obiettivo “è razionalizzare una serie di interventi con i pochi strumenti a disposizione, poiché la formazione è riconosciuta come strumento indispensabile per uscire dalla crisi e il Comune non se ne può disinteressare”. Pini ha anche sottolineato l’importanza dell’ordine del giorno in discussione per completare la delibera. Cinzia Cornia ha ribadito il ruolo del pubblico e ha affermato che “fare di tre enti uno solo comporta già un risparmio”. Ha anche sottolineato la validità di scommettere sui dipendenti e sulla loro capacità e l’importanza della formazione professionale concludendo: “Credo che, se gestita con intelligenza, possa parlare alle aziende e dialogare con loro per progettare il domani”. Giuliana Urbelli ha detto che “la delibera non è tempestiva e ci sarebbe stato bisogno di un ulteriore approfondimento, ma il progetto va nella direzione opportuna e può rappresentare un modo per il pubblico di dimostrarsi capace, salvo un’attenta verifica della sostenibilità dell’azienda”.
Sergio Celloni (Mpa) si è detto a favore di una pluralità di offerte e di enti per avere maggior competitività: “Non è possibile votare delibere come cambiali in bianco; periodicamente il Consiglio si trova a votare la costituzione di contenitori senza contenuti, lasciando che l’Amministrazione li usi per i propri interessi”.
Per Gian Carlo Pellacani del Pdl la delibera “unisce tre carri rotti e ne fa un inutile carrozzone; si occupa solo del consenso e non affronta i problemi, ma li rimanda prospettando deboli soluzioni, mentre questa era l’occasione per avviare un colpo di spugna su enti inutili la cui funzione può essere supplita da altri. Inoltre, nell’attuale momento di crisi “il Comune deve uscire dalla formazione”.
Eugenia Rossi dell’Idv ha osservato che “la riorganizzazione dovrebbe essere molto più radicale, lungimirante, dettagliata e manca lo sforzo di considerare tutti gli enti di formazione della provincia”. Inoltre, “nella società dovrebbero entrare anche i privati o almeno le loro associazioni di categoria. Ha anche lamentato che non sia stata accolta la richiesta di un ulteriore seduta di approfondimento in Commissione.
Per Nicola Rossi di Lega moderna “manca il coraggio e la capacità di fare scelte importanti, anche perché gli intrecci tra mondo politico e realtà territoriali hanno tolto all’Amministrazione la libertà di agire”. Inoltre, “la formazione in ambito privato – ha detto Rossi - offre qualcosa in più, perché deve produrre un utile, mentre non vediamo la necessità per un ente pubblico di intervenire in questo settore, poiché si tratta di una scommessa giocata con denaro pubblico”.
Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it, ha comunicato di aver deciso di trasformare in astensione la sua intenzione originaria di votare contro la delibera. Stefano Barberini di Lega nord ha definito l’operazione “assolutamente negativa” per il Comune, dal momento che i modenesi non ne trarranno benefici: “Il Comune avrebbe dovuto intervenire, non per salvare posti di lavoro, visto che altre persone versano nelle stesse difficoltà, ma piuttosto per facilitare l’acquisizione delle tre aziende da parte di privati o per trovare altre soluzioni”.
Federico Ricci di Sinistra per Modena ha annunciato il voto favorevole alla delibera integrata dal suo ordine del giorno che riteneva potesse essere votato all’unanimità “visto che ha l’obiettivo di capire meglio gli elementi del business plan e l’attività fin qui svolta da Modena formazione, andando a completare un discorso che avremmo voluto fare prima”.
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