“Tu entra perché sei sempre il benvenuto; io tengo chiusa la porta perché ci tengo al risparmio energetico”. Per l’assessore comunale all’Ambiente Simona Arletti potrebbe essere la filosofia ispiratrice di uno slogan che individua gli esercenti commerciali che non intendono sprecare risorse energetiche e quindi scelgono di tenere chiusa la porta d’ingresso del loro negozio per evitare dispersioni di calore.
Il problema è stato sollevato oggi in Consiglio comunale da un’interrogazione illustrata da Federico Ricci (Sinistra per Modena) e firmata anche da Paolo Trande (Pd). L’istanza partiva dalla constatazione che spesso le porte dei negozi, soprattutto in centro storico, vengono mantenute aperte anche in inverno e interrogava la Giunta per sapere “quale sia l’effettiva possibile regolamentazione di tali comportamenti, al fine di ottenere, anche in questi casi, oltre ad un vero risparmio energetico, un ulteriore segnale di sensibilizzazione pubblica”. I firmatari chiedevano, inoltre, se fosse opportuno emettere un’ordinanza, coerentemente con gli impegni presi sottoscrivendo il Patto dei Sindaci, la cui adesione comporta un impegno concreto per l’attuazione del Protocollo di Kyoto.
“Per gli esercizi commerciali esiste la prescrizione generale di mantenere la temperatura con accorgimenti che non comportino sprechi, ma non esiste un impianto sanzionatorio”, ha spiegato l’assessore che ha riferito di aver consultato il Settore attività economiche e il Comando della Polizia municipale. “Risulta difficile emettere un'ordinanza su una materia già regolata da una specifica legislazione e non esistendo situazioni urgenti e contingibili”, ha aggiunto Arletti precisando che “probabilmente per questo motivo il Comune di Milano, che aveva adottato un’apposita ordinanza, l'ha recentemente modificata limitandosi a un semplice invito a tenere le porte chiuse per evitare dispersioni di calore”.
L’assessore ha anche riferito di aver personalmente sentito sul tema alcuni esercenti che “hanno addotto come motivazione alla porta aperta il calo delle vendite e la volontà di esplicitare l'ingresso libero al locali” e ha, infine, annunciato che, in accordo col Settore attività economiche, porrà il tema al prossimo Tavolo per le politiche ambientali per decidere quali attività intraprendere in accordo con le associazioni di categoria. “Penso per esempio – ha detto - a una lettera di sollecito al risparmio energetico”.
Simona Arletti ha anche ricordato quanto l’Amministrazione sta facendo in materia, sia sul versante delle azioni dirette – l’alimentazione a metano delle auto comunali, i distributori d’acqua nelle sedi, l’abbassamento della temperatura in scuole e uffici – sia su quello della diffusione di buone pratiche attraverso incontri con i cittadini, “perché è necessaria una cultura della collettività volta al risparmio energetico”, ha concluso.
Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it) ha chiesto la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza sottolineando di condividere il tema del risparmio energetico nei negozi, ma esortando “a guardare prima in casa propria e cioè, a tutti quei settori, come gli edifici scolastici e gli uffici comunali, dove ci sono ancora ampi margini di miglioramento”.
Per William Garagnani (Pd) “al di là delle ordinanze, le Amministrazioni pubbliche hanno innanzitutto una funzione di sensibilizzazione” e “il nostro obiettivo – ha affermato - dovrebbe essere educare il cittadino al risparmio energetico fornendogli, soprattutto, consigli e informazioni sui comportamenti da tenere”. Il consigliere ha quindi suggerito la possibilità di diffondere buone prassi attraverso il giornale del Comune.
In conclusione, Federico Ricci ha detto di aver apprezzato la risposta dell’assessore che ha chiarito l’aspetto relativo alla mancanza di impianto sanzionatorio. “Altro è l’aspetto della sensibilizzazione culturale. La lettera di invito – ha aggiunto – è un’ipotesi utile, ma credo che occorra verificare cosa si può ulteriormente fare, magari attraverso un sistema premiante”. Il consigliere ha definito “un’offesa ecologica ed economica, oltre che all’intelligenza umana” pensare che si entri in un negozio perché la porta è aperta, invitando anche a considerare che i costi del riscaldamento saranno poi ricaricati sul prezzi di vendita. E ha concluso citando l’esempio della bassa Normandia, dove “hanno messo in atto il principio per cui l’energia più economica e quella non consumata”.
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