“E’ inammissibile che le donne vittime di violenza sessuale non vengano sufficientemente tutelate dal sistema giudiziario ed è ancora più grave se a essere colpite sono minorenni”. Con queste parole l’assessore alle Pari opportunità del Comune di Modena Marcella Nordi commenta la sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito come nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo a minorenni, il giudice non è più obbligato a disporre o a mantenere la custodia in carcere dell'indagato, ma può applicare misure cautelari alternative. La sentenza si basa su un'interpretazione estensiva di una sentenza della Corte Costituzionale del 2010, secondo la quale la legge di contrasto alla violenza sessuale, approvata dal Parlamento nel 2009 in seguito al preoccupante moltiplicarsi degli episodi a danno delle donne, sarebbe in contrasto con gli articoli 3, 13 e 27 della Costituzione.
L'assessore Nordi condivide la posizione di quante si sono dichiarate fortemente contrarie alla decisione della Cassazione, ritenendo che, “se da un lato è comprensibile la salvaguardia della Costituzione, dall'altro è inammissibile che la parte debole, le donne stuprate, non vengano tutelate dal sistema giudiziario, e anzi vengano in un certo senso colpite due volte. Ancora più grave è il fatto che la sentenza si riferisca al caso di una minorenne”. L'assessore invita tutte le donne a far sentire la propria voce sul tema, inviando una email alla Corte di Cassazione (cassazione@giustizia.it, www.cortedicassazione.it) con il seguente messaggio:
“Alla terza sezione della Corte di Cassazione.
La sentenza n. 4377/12 che prevede misure cautelari alternative per gli autori di stupri di gruppo ci indigna, ci offende e ci preoccupa per le conseguenze che può avere. Vi invitiamo a fare chiarezza affinché lo stupro di gruppo e la violenza sulle donne, soprattutto minorenni, continuino a essere considerati e giudicati come reati terribili e disumani quali sono. Vogliamo tutelare l'integrità fisica e psicologica delle nostre figlie.”
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