02/02/2012

LUNGO DIBATTITO SULLA RIQUALIFICAZIONE A MODENA OVEST

Confronto in Aula di quasi tre ore prima dell’approvazione della delibera

L’approvazione del Piano operativo comunale (Poc) di riqualificazione di Modena ovest, avvenuta lunedì 30 gennaio in Consiglio, è stata preceduta da un lungo dibattito durato quasi tre ore.

Ad aprire la discussione è stato, per il Pd, Stefano Prampolini, che ha parlato di delibera “di portata storica”, non solo “per l’importanza del Villaggio artigiano, ma anche per la storia della Madonnina e delle lotte di generazioni che hanno visto la nascita del polo artigianale e il tracciato della ferrovia che divideva le due entità urbane”. Per Stefano Goldoni, quello della riqualificazione di Modena ovest “sarà uno dei progetti migliori che verrà fatto nei prossimo 10-20 anni, con il riuso degli immobili in modo innovativo e con la ricucitura della città dopo la dismissione della linea ferroviaria”. William Garagnani ha parlato di laboratorio di intervento: “Il progetto di Modena ovest è uno strumento in mano ai legislatori del futuro per valutare come può essere avviata la rottamazione dell’edilizia fatta dal ’45 all’ ’75”. Il consigliere ha inoltre sottolineato che se “l’area nord di Modena è stata in gran parte demolita e si presta a una edificazione moderna, a Modena ovest si scommette sul contrario: recuperare l’esistente”. Secondo Enrico Artioli “la critica della mancanza di un progetto complessivo non è condivisibile: è un intervento che tiene conto di un’area ampia”. Importante inoltre, per il consigliere, è il tema di quali insediamenti produttivi vengono inseriti nell’area, che “potrebbero salvaguardare la memoria del vecchio Villaggio artigiano” e lo stimolo alla nascita “di una comunità territoriale che crei legami, relazioni e un rapporto in grado di dare identità al territorio”. In dichiarazione di voto, Paolo Trande, si è detto “allibito” della posizione dell’opposizione “dopo mesi, anni di retorica sulla cementificazione”, di fronte a “un progetto serio, con profilo culturale di grande livello, che si pone l’obiettivo di recuperare una zona della città. Ho l’impressione che a volte si cerchino più le bandierine che l’efficacia”.

Federico Ricci, Sinistra per Modena, ha affermato che sull’intervento di Modena ovest “si sono attuate forme di autentica partecipazione che hanno visto risultati concreti”. Il consigliere ha detto di condividere “l’esigenza di un progetto culturale e strutturale unico, da sviluppare in continuità con il territorio e attraverso il coinvolgimento della cittadinanza, che mi sembra ci sia stato”.

Per il Pdl, Olga Vecchi ha definito “inaccettabili” alcuni punti fondamentali: “La variante è l’ennesimo abominio urbanistico con cui si modifica il Piano regolatore a singoli pezzi. Oggi bisognava arrivare con un progetto più specifico e occorre un Piano regolatore nuovo, senza il quale l’Amministrazione è in perenne emergenza”. Sandro Bellei ha auspicato “la creazione di un piccolo museo di quello che è stato ed è il Villaggio artigiano, di cosa ha significato anche dal punto di vista culturale. Quando si cambia qualcosa e si rivoluziona una parte della città, si dovrebbe lasciare ai giovani traccia e memoria di cosa c’era prima”. Per Adolfo Morandi, “A Modena nord e a Modena ovest si sono tenuti atteggiamenti diametralmente opposti, che potrebbero essere considerati un andare contro se stessi”. Secondo il consigliere “non c’è necessità di conservare così com’è un’area così grande. Riqualificazione non vuol dire restauro con qualche variazione interna”.

Secondo Sergio Celloni, Mpa , “Modena ovest è una parte determinante della città e la politica del fare e del cambiamento è nell’interesse di tutti”. Il consigliere ha dichiarato il proprio voto a favore “per scelta cosciente; ogni situazione che può portare migliorie e innovazione alla società, dopo anni di ingessamento, va sostenuta. Vanno evitate improduttive contrapposizioni politiche”.

Per Eugenia Rossi, Idv, “è necessario prevedere e studiare un progetto più complessivo per tutta la città”. La consigliera ha espresso perplessità su una serie di elementi, dalla dismissione della ferrovia, che “potrebbe dividere invece che riunire”, all’ingresso monumentale “che potrebbe presentare le solite torri. Andava presentata la ristrutturazione prevista anche per questi settori”, ha aggiunto.

Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha sottolineato che “quella che sembra una cosa buona poggia su fondamenta non buone: sono stati sprecati ettari di territorio agricolo per evitare che l’alta velocità passasse per la città, mentre andavano quadruplicati i binari della linea ferroviaria storica”. Il consigliere ha evidenziato, inoltre, la differenza tra partecipazione e comunicazione: “Un annuncio ripetuto tante volte non ha niente a che fare con la partecipazione”.

Nella replica, l’assessore Sitta ha affermato che “non si può dire ad ogni occasione che bisogna fare un nuovo Piano regolatore. Quello attuale risale al 2003 e ha validità piena fino al 2020”. L’assessore ha infine aggiunto: “Auspico che nei prossimi anni sia possibile intervenire con una complessiva riqualificazione dell’impianto di energia elettrica, ma non possiamo obbligare a portare lì tutta la rete”.

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