Solidarietà e gratitudine al giornalista Giovanni Tizian sono state espresse da tutti i consiglieri intervenuti al dibattito che ha preceduto l’approvazione di due mozioni in materia di lotta alle mafie nel Consiglio comunale di lunedì 6 febbraio.
In particolare, per il Pdl il capogruppo Adolfo Morandi ha parlato di “sostegno assoluto a chi contribuisce a mettere in luce il radicamento della mafia e a informare la collettività, solo così ci può essere la reazione della società civile. Combattere le mafie è però in primo luogo compito dell’istituzione”, ha aggiunto invitando a colpire capitali e patrimoni mafiosi. Sandro Bellei ha dichiarato di “sentirsi in dovere di intervenire in qualità di unico giornalista professionista dell’Aula e “perché ammira il coraggio civico di Tizian nel denunciare le mafie”. E si è detto “non d’accordo con la presidente nel momento in cui afferma che il giornalismo italiano ha perso il gusto delle inchieste”. Per Olga Vecchi “le mafie sono un cancro di cui ci si accorge quando è già radicato; per prevenire serve la coesione di istituzioni, politica, associazioni di categoria e singoli cittadini. Anche al Consiglio comunale spetta la prevenzione: sono soprattutto due i settori a cui si rivolge la mafia, immobiliare e rifiuti – ha precisato - non si capisce perché continuare a costruire davanti a migliaia di alloggi sfitti e raccogliere rifiuti dalle regioni dove le mafie sono forti”.
Walter Bianchini di Lega moderna ha ribadito che ormai “anche al nord la politica va a braccetto con la criminalità organizzata e, come sostiene il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, mentre prima erano i mafiosi ad andare dai politici proponendogli pacchetti di voti, ora sono i politici a chiederli in cambio di appalti”. Bianchini si è infine appellato agli amministratori modenesi perché rendano ogni settore impermeabile alle infiltrazioni mafiose e ai cittadini affinché denuncino ogni movimento sospetto, perché il velo omertoso non si propaghi”.
Per il Pd, Salvatore Cotrino ha affermato che il libro “Gotica” di Tizian “svela uno scenario imprevisto per Modena, in cui la città è attraversata da un binario pulito spesso convogliato verso il binario morto della mafia. Il cancro è entrato nel nostro corpo sociale e lo possiamo curare solo assieme ai migliori specialisti. Abbiamo bisogno di una sezione distaccata della Direzione investigativa antimafia; è solo per motivi economici che Modena non l’ha ancora ottenuta, nonostante non vi sia nemmeno a Bologna”, ha dichiarato. Per William Garagnani, “sulla base di quanto Tizian scrive, non si può parlare di radicamento della mafia nel nostro territorio, quanto piuttosto di infiltrazioni diffuse, perché il radicamento comporta anche un fattore culturale e la corruzione delle istituzioni. E ha concluso: “Invece di dividerci su questioni terminologiche, dobbiamo essere uniti nel chiedere una sede della Dia”. Luigi Alberto Pini ha sottolineato che “la mafia non è solo un problema di ordine, ma si basa sull’accettazione di regole al di fuori di quelle dello Stato e non esiste se non c’è corruzione e connivenza”. E ha rimarcato l’importanza “di combatterla facendo emergere l’economia e pagare a tutti le tasse”, ma anche attraverso educando i giovani.
Federico Ricci di Sinistra per Modena si è detto preoccupato per il blocco delle risorse economiche del Comune con conseguenti pagamenti ritardati, “poiché solo le aziende con liquidità possono partecipare agli appalti, con il rischio che ricorrano a mercato nero, compressione dei costi e prestiti ad usura, dal momento che invece la malavita dispone di grandi risorse grazie al mercato delle droghe, al gioco d’azzardo e al calcioscommesse. C’è quindi bisogno di riforme globali”, ha detto.
Per Sergio Celloni di Mpa “se certe realtà trovano terreno fertile è per la pochezza delle Istituzioni, poiché un’Amministrazione ha molti strumenti per combattere le mafie e occorre comprendere i problemi che l’imprenditoria affronta, per capire perché prolifera il crimine organizzato”. Celloni ha definito il Consiglio “un teatrino della politica” sollecitando “interventi non fine a se stessi, ma mirati a trovare risposte”.
Anche per Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it “occorre andare sul concreto, per esempio segnalando attività abusive”. Il consigliere ha inoltre ribadito “l’importanza della interconnessione delle sale operative e del numero unico delle Polizie, non ancora attivato. Come consiglieri – ha aggiunto - possiamo sollecitare l’applicazione del Patto Modena sicura e incalzare le istituzioni, mentre la prima mozione contiene elementi di rappresentanza, per questo non la voterò”. Per l’assessore Marcella Nordi parlare di mafia è “fondamentale per evitare che il fenomeno diventi una patologia sistemica” e “occorre tener conto del fatto che le criticità in cui vive l’economia offrono il fianco alla malavita”.
Eugenia Rossi dell’Idv, che nel presentare la seconda mozione in discussione aveva parlato di collaboratori di giustizia e radicamento della mafia, ha elencato diversi fattori allarmanti: dalle bische clandestine all’illegalità diffusa, dagli incendi dolosi ai favori che nei partiti hanno sostituito le ideologie, dal movimento terra che pare in mano alla mafia alla politica che latita”. E ha concluso: “Dobbiamo mettere in atto azioni forti e complesse, non basta parlare ai nostri figli e celebrare la giornata contro la mafia, occorre agire”.
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