06/12/2012

POLETTI/3 - GLI ARCHIVI D'ARTE DELLA BIBLIOTECA

Sono a disposizione degli studiosi l'epistolario Malatesta, i ritagli Veronesi, l'archivio di Carlo Federico Teodoro e quello dell'Associazione amici dell'arte

La Biblioteca Poletti conserva, oltre all'archivio professionale di Franca Stagi altri importanti archivi di architettura e di arte, tutti acquisiti per donazione, di ambito non solo locale. Di alcuni è già possibile la consultazione dell'inventario nel sito della biblioteca, di altri è in corso il riordinamento e la inventariazione.

Associazione amici dell'arte (di interesse locale e nazionale). L'Associazione, che dalla sala del Caffè Nazionale in cui svolse la prima mostra nel dicembre del 1947 sarebbe poi stata ricordata come la Saletta degli Amici dell'Arte, svolse un ruolo fondamentale nel rendere fruibile a Modena l'arte italiana contemporanea. Fu presieduta da Franco Allegretti dal 1947 al 1980, anno della sua morte. Alla Saletta, infatti, esposero artisti già affermati del primo Novecento, tra i quali Carrà, Casorati, De Pisis, Maccari, Mafai, Prampolini, Rosai e Viani, ma anche molti delle ultime generazioni, allora quasi sconosciuti, come Afro, Birolli, Mandelli, Morlotti, Scialoja e Vedova. Importanti furono anche i critici che contribuirono coi loro testi alla pubblicazione dei cataloghi di mostra, tra i quali Anceschi, Apollonio, Arcangeli, Argan, Carluccio, De Grada, Longhi, Mattioli, Palucchini, Volpe. Talvolta i testi erano di scrittori o poeti come Attilio Bertolucci, Antonio Delfini, Alfonso Gatto, Eugenio Montale, Curzio Malaparte, Aldo Palazzeschi, Giovanni Testori, Giuseppe Ungaretti, Cesare Zavattini. L'archivio dell’Associazione è composto da oltre 11.500 carte, di cui finora sono state trascritte circa 1500 lettere. La lista dei corrispondenti con data di spedizione delle lettere compare nel sito della biblioteca.
Ritagli giornale Ferruccio Veronesi (di interesse locale). Contiene gli scritti di Ferruccio Veronesi, collaboratore del Resto del Carlino di Modena, dal 1955 ai primi mesi del 2007. Agli articoli dei primi anni, per la maggior parte di cronaca mondana, costume e critica cinematografica, si aggiungono, dal 1969 e sistematicamente, gli scritti dedicati all'arte e agli artisti visivi modenesi operanti in città o altrove. Si tratta di un archivio importante per documentare il clima non solo artistico ma genericamente culturale di Modena nel II dopoguerra. I 15 faldoni dell'archivio, sono quasi completamente catalogato e i titoli delle recensioni compaiono nel catalogo generale delle biblioteche.
Epistolario di Adeodato Malatesta (di interesse locale e nazionale). (Modena 1806 -1891). Nel 1839 diviene direttore della locale Accademia atestina di Belle Arti. A lungo mantiene un ruolo influente nella gestione del sistema artistico emiliano in quanto è nominato da Farini presidente delle Accademie dell’Emilia (Parma, Bologna, Modena) e presidente della Commissione conservatrice dei monumenti per l’Emilia. La biblioteca possiede un epistolario composto da quasi 2000 lettere inviate all’artista modenese negli anni compresi tra il 1831 e il 1889. Si tratta di 7 faldoni il cui inventario verrà prossimamente pubblicato on line.
Archivio Carlo Federico Teodoro (di interesse locale e nazionale). Carlo Federico Teodoro (Modena 1945 – 2005) venne nominato Direttore della Galleria Civica di Modena nel 1971, incarico che mantenne fino al 1981. Erede di una tradizione che partiva dalle mostre della Saletta degli Amici dell’arte e arrivava fino al suo predecessore Oscar Goldoni, Carlo Federico Teodoro volle coniugare, come direttore della Galleria Civica, l’interesse per la migliore arte modenese con quello per la contemporaneità nazionale ed internazionale. Fra le molte da ricordare, citiamo in particolare alcune importanti rassegne: Avanguardia e sperimentazione (1976, 1977, 1978), Continuità dell’avanguardia in Italia, con le mostre dedicate a Enrico Prampolini (1978), a Regina Bracchi (1979) e a Bice Lazzari (1980). Negli anni Novanta collaborò con la Galleria d’arte moderna del Palazzo ducale di Pavullo, per la quale curò nel 1991 la mostra “Lionello Venturi e l’avanguardia italiana”. Fu autore di numerose monografie e saggi di carattere storico-artistico e fino alla fine si dedicò allo studio dell’arte e degli artisti modenesi. L'archivio è composto da un centinaio di faldoni, in gran parte materiale relativo agli artisti modenesi degli ultimi cinquant'anni, ed è in corso di riordinamento ed inventariazione.

 

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