Due bandi pubblici allo studio per rispondere al disagio abitativo. Il primo, già in buona parte definito, uscirà a gennaio e metterà circa 1 milione 400 mila euro di risorse (di cui 1 milione 200 mila euro dal Comune e la quota rimanente dalla Regione Emilia-Romagna) a disposizione come sostegno all’affitto, per supplire al mancato rinnovo del Fondo sociale finanziato con risorse statali. Il secondo, di cui i settori Politiche sociali, sanitarie e abitative e Patrimonio stanno valutando i criteri, prevede di utilizzare i circa 4 milioni di entrate da canoni di alloggi di Edilizia residenziale pubblica per l’acquisto di immobili o porzioni di immobili di nuova o recente costruzione da destinare immediatamente alle famiglie in difficoltà tramite assegnazioni Erp. Per ciò che riguarda l’Agenzia casa, inoltre, l’Amministrazione intende potenziare il servizio attraverso una campagna volta ad aumentare l’offerta di alloggi.
Lo ha annunciato giovedì 13 dicembre l’assessore alle Politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena Francesca Maletti in occasione del convegno pubblico dal titolo “Abitare e convivere a Modena. Bisogni, progetti e prospettive”, organizzato dal Comune e dalla Fondazione Del Monte.
“Nonostante le difficoltà di risorse, l’Amministrazione, con l’approvazione del bilancio preventivo 2012 in Consiglio comunale, ha deciso di destinare una quota consistente di risorse al contributo all’affitto, che rimane la prima richiesta di sostegno delle famiglie in difficoltà economica e che, a causa dei cambiamenti avvenuti nei nuclei familiari e della crisi di questi anni, è in continuo aumento”, ha affermato Maletti. “L’idea di acquistare per la prima volta immobili con le entrate dei canoni degli alloggi Erp, invece di prevedere la realizzazione di edifici da parte di Acer – ha continuato l’assessore – vuole dare una rapida risposta a coloro che sono in lista di attesa e allo stesso tempo rappresenta un elemento che potrà dare nuovo stimolo anche all’economia locale”. Maletti esprime inoltre l’auspicio che vengano apportate modifiche alla legge regionale sui criteri di accesso, ma soprattutto di decadenza del diritto di alloggi Erp, in quanto “c’è poco ricambio: alcuni nuclei rimangono per generazioni in queste abitazioni, anche in condizioni reddituali migliori rispetto a famiglie in lista d’attesa”.
Maurizio Borsari della Fondazione Del Monte ha evidenziato che da una ricerca commissionata dalla stessa Fondazione sul disagio abitativo in relazione ai flussi migratori risulta che a Modena vengono stimate 2200 abitazioni come necessità urgente di affitto a canone concordato. “Tale carenza deriva dal fatto che la presenza di patrimonio pubblico in affitto è molto bassa, al di sotto della necessità fisiologica”, afferma. “Secondo il documento in discussione per il Psc, a Modena ci sono 15 mila abitazioni vuote e circa 2800 non vendute. Si tratta di un patrimonio rilevante, se si riuscissero a reinserire sul mercato anche solo 1000 abitazioni delle 15 mila vuote sarebbe già un’offerta importante, e le imprese proprietarie di alloggi invenduti, probabilmente in sofferenza, potrebbero essere inseriti in progetti di housing sociale”.
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