Diventare operatori di pace nel mondo come volontari o trovare nella Cooperazione internazionale la possibilità di uno sbocco professionale è un’ambizione forse più diffusa di quanto non si pensi anche tra i modenesi, giovani e non solo. Sono state ben 108 le domande giunte all’Ufficio Cooperazione internazionale del Comune di Modena per candidarsi a partecipare alla settima edizione del corso per Volontari organizzato dal Comune in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e l’Università di Modena e Reggio Emilia.
“L’alto numero di richieste che registriamo ogni anno, per di più in aumento – afferma l’assessore comunale alla Cooperazione internazionale Fabio Poggi – oltre a confermare la qualità dell’offerta formativa del corso, rappresenta la punta di un iceberg in grado di muovere migliaia di modenesi che con il loro impegno volontario contribuiscono ad arricchire e a rendere più solidale il tessuto sociale della città. E, come dimostra l'iniziativa di venerdì sera, sono soprattutto i giovani che ci aiutano a fare della Cooperazione internazionale un'azione a 360 gradi: dai progetti di solidarietà nei Paesi d'intervento all'accoglienza e all'integrazione dei migranti, fino all'intercultura”, conclude l’assessore.
Come per le passate edizioni del Corso, i posti disponibili erano in totale 35, di cui massimo 10 riservati a studenti universitari per l'acquisizione dei crediti formativi. Furono 96 le richieste per la scorsa edizione; delle 108 giunte quest'anno, 95 provenivano da non universitari. Tra questi sono stati selezionati e ammessi otto uomini e 18 donne, oltre a nove universitarie (sei della Facoltà di Lettere e filosofia, una di Scienze della formazione e due di Economia).
Complessivamente, quindi, gli ammessi sono 27 donne e otto uomini con un’età media di 25 anni. La corsista più grande è Silvia, 51 anni, una laurea in Biologia e diverse esperienze di volontariato a Modena e in Burkina Faso. Il più giovane è Marco, vent'anni, maturità classica, studente in Giurisprudenza, con alle spalle una recente esperienza di volontariato in Kenya. I 26 non universitari, a parte un diplomato in Ragioneria, sono tutti laureati o laureandi, la maggior parte in facoltà umanistiche, ma fra loro vi sono anche un medico, un ingegnere e due laureate in Ostetricia. Molti di loro hanno già fatto esperienze nell'ambito del volontariato e della cooperazione internazionale; quasi tutti sono alla ricerca di un lavoro stabile.
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