Da lunedì 1 ottobre chi abita fuori Modena e lavora in città, può lasciare l’auto in uno dei parcheggi scambiatori della città e proseguire per il centro utilizzando l’autobus a prezzi scontati. Una convenzione tra Comune di Modena e Seta consente infatti di abbonarsi al servizio di trasporto pubblico urbano al prezzo agevolato di 160 euro annui, anziché dei 280 previsti dalla tariffa ordinaria. L’obiettivo è, cogliendo anche i suggerimenti giunti dalle organizzazioni sindacali, incentivare i pendolari residenti fuori dal Comune, che arrivano in città in auto, a lasciare il proprio veicolo nei parcheggi scambiatori e servirsi dei mezzi pubblici per arrivare in centro.
Lo ha annunciato l’assessore al Piano sosta del Comune di Modena Daniele Sitta rispondendo a un’interrogazione consiliare illustrata lunedì 1 ottobre da Federico Ricci di Sinistra per Modena. Il consigliere ricordando “i condivisibili obiettivi originari del Piano Sosta che nel percorso attuativo è andato modificandosi” e le successive critiche espresse anche dai sindacati, ha definito “autocentrico” il piano che, garantendo facilità nel trovare parcheggio, crea un servizio in grado di calamitare autoveicoli verso il centro, piuttosto che tenerli lontani, intensificando quindi l'inquinamento ambientale. E ha quindi chiesto alla Giunta se “il piano della sosta sia stato realizzato in modo corrispondente alle finalità originarie, se la convenzione con il gestore monopolista Modena Parcheggi Spa priverà il Comune di preziose risorse da destinare alla mobilità sostenibile, se si intende agevolare i lavoratori con autobus gratuiti dai parcheggi scambiatori”.
L'assessore Sitta ha spiegato che il Piano contiene le pressioni delle auto in centro storico e sposta veicoli al di fuori dell’area del centro in cui vieta anche la sosta in diversi tratti, inoltre attraverso il city pass si erano già eliminati gli abusi di accesso alla stessa area. Altri elementi che caratterizzano il Piano sosta sono “l’aver realizzato un parco laddove prima c’era un parcheggio e introdurre il pagamento di una tariffa in zone che erano a sosta libera, come si fa in ormai ovunque, per ridurre l’uso dell’automobile”, ha spiegato Sitta concludendo: “Tutto ciò induce ovviamente a utilizzare di più la bicicletta e il trasporto pubblico e a tal fine abbiamo approntato dei parcheggi scambiatori e abbiamo colto l'indicazione dei sindacati di completare questo intervento con delle riduzioni per l’utilizzo del trasporto pubblico”. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, ha ricordato che sono attualmente 4 mila le bici elettriche che circolano a Modena grazie agli incentivi concessi dal Comune e, in genere, l'utilizzo della bicicletta in città è ampiamente diffuso”.
Infine, Sitta ha sottolineato come “progetti importanti che presuppongono e sono capaci di indurre cambiamenti culturali e delle abitudini richiedono coraggio e coerenza, anche a costo di perdere nel breve periodo qualche consenso”.
Anche a parere dell’interrogante Ricci “occorre tempo per fare verifiche serie sul funzionamento del Piano sosta ed è, al tempo stesso, necessario dare maggiore funzionalità e convenienza economica a questi strumenti. La domanda è quindi verificare, non tanto l'allontanamento delle auto dei residenti del centro, ma quanto siano attraenti i parcheggi scambiatori per chi ci si deve recare, quindi il confronto con le organizzazioni sindacali rappresenta sicuramente un metodo da seguire”, ha osservato il consigliere. Anche riconoscendo il valore degli incentivi comunali per l’acquisto di mezzi elettrici, Ricci ha inoltre ribadito un interrogativo “ancora aperto” e, cioè, come investire nella mobilità sostenibile, “poiché questa possibilità deve esserci anche in un momento di crisi come l’attuale, ecco perché facevo riferimento agli introiti di Modena parcheggi”, ha concluso.
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