“Ai Poliambulatori tutti i campionamenti per la ricerca di fibre di amianto nell'aria hanno dato finora sempre esito negativo. Nonostante questo sono state attivate azioni per ridurre i potenziali rischi, in particolare attraverso il cosiddetto incapsulamento, cioè la verniciatura dei pannelli con specifici materiali”.
Lo ha detto l’assessore alle Politiche sanitarie del Comune di Modena Francesca Maletti, rispondendo in Consiglio comunale nella seduta di ieri, lunedì 9 gennaio, all’interrogazione, trasformata in interpellanza, di Sandro Bellei (Pdl) sul rischio amianto ai Poliambulatori.
“Nei pannelli esterni pare sia stata accertata la presenza di amianto. Così come evidenziato dal professor Massimo Federico, responsabile del reparto di Oncologia, è inopportuno il trasferimento del reparto in un ambiente dove la presenza del materiale costituisce un pericolo. Chiedo alla Giunta come stanno le cose e quando è prevista la bonifica dei Poliambulatori”, ha affermato il consigliere.
“E’ noto da tempo che i tamponamenti perimetrali dell'edificio del Poliambulatorio sono costituiti da pannelli di poliuretano espanso ricoperto da due lastre di cemento-amianto – ha risposto Maletti riportando le precisazioni della direzione generale dell’azienda ospedaliero-universitaria Policlinico – ma nel corso degli anni, a garanzia della salute dei cittadini e dei lavoratori all'interno dell'edificio, si è sistematicamente provveduto ai controlli dello stato dei pannelli sia mediante rilevazione di eventuali segni di deterioramento che mediante la misurazione della concentrazione di fibre di amianto eventualmente aerodisperse”. L’assessore ha precisato però che “nulla si può riferire in merito ad ulteriori controlli che i competenti servizi del dipartimento di Sanità pubblica della Azienda Usl stanno effettuando sui pavimenti resilienti, controlli diffusi e a tappeto per i quali occorrerà attendere l’ultimazione”. Maletti ha infine precisato che “l'eventuale trasferimento nei locali dei Poliambulatori non riguarda attività assistenziali oncologiche, ma uffici e studi dove si raccolgono ed elaborano i dati del Registro tumori. Se vi fossero pericoli sarebbe comunque un problema per tutte le persone che vi lavorano e che vi accedono”, ha aggiunto.
Federico Ricci, Sinistra per Modena, ha aperto il dibattito sottolineando “la necessità di occuparsi di questa problematica” e ha ripercorso la triste vicenda di numerosi operai che lavoravano negli stabilimenti di produzione dell’amianto: “Solo in un secondo momento è stato evidenziato un collegamento con problemi respiratori, degenerati spesso in decessi prematuri”, ha affermato.
Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha chiesto “che il dottor Federico venga rimosso immediatamente dall’incarico di responsabile del Registro tumori. E’ inaudito che abbia denunciato i pericoli dello stabile solo quando ha rischiato di esservi trasferito”, ha detto. “Oggi si dice che l’inceneritore non fa male così come 20-25 anni fa si diceva lo stesso per l’eternit”, ha concluso.
Per Luigi Alberto Pini, Pd, che lavora ai Poliambulatori da 20 anni, “bisogna essere prudenti. I dati delle verifiche effettuate sono negativi”, ha affermato. “Vanno accettate per buone le spiegazioni scientifiche, anche se una cosa vera oggi potrebbe non esserlo più tra 30 anni”. Per Pini è importante la pianificazione per la rimozione dell’amianto “così da evitare subappalti selvaggi a rischio sicurezza”.
Sergio Celloni, Mpa, ha chiesto di rendere più agevole la pianificazione della bonifica degli edifici: “Credo ci sia una negligenza totale da parte dell’Amministrazione nel cercare di risolvere questi problemi”, ha detto. “Bisogna individuare soluzioni concrete e immediate, non solo per la rimozione dell’amianto”.
Olga Vecchi, Pdl, ha replicato al consigliere Pini: “Credo sia l’unico a pensare che la scienza non è esatta. Forse si confonde con l’evoluzione della scienza sulla base della ricerca. I problemi comunque vanno studiati e la conoscenza dei rischi derivanti dall’eternit porta alla responsabilità morale di individuare una soluzione. Occorre arrivare ai fatti”.
Sandro Bellei nella replica si è detto stravolto: “Ho sentito dire tutto e il contrario di tutto. Che l’eternit sia pericoloso è fuori discussione, perché dobbiamo lasciare un margine di rischio? Spendiamo tanti soldi in modo inutile, possiamo spenderli anche per eliminare l’amianto e sanare questo edificio. La mancata risposta sui tempi della bonifica deriva probabilmente dal fatto che non la si vuole fare”.
L’assessore Maletti ha concluso il dibattito chiarendo che “nessuno nega che l’amianto possa creare problemi, ma bisogna dare informazioni corrette: vanno tenuti sotto controllo tutti gli edifici, pubblici e privati, ma allo stesso tempo vanno evitate paure e allarmismi ingiustificati. C’è amianto in tutte le costruzioni degli anni ‘60-‘70-’80 – quasi un terzo degli edifici – ma il problema si verifica solo quando si rompe e le particelle si diffondono nell’aria. In quel caso si deve intervenire e con rapidità”.
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