Trasmettiamo un intervento della presidente
del Consiglio comunale Caterina Liotti.
La riduzione delle diseguaglianze e le politiche di contrasto alla povertà sono misure sulle quali l’Amministrazione comunale, in collaborazione con la comunità locale, deve indiscutibilmente concentrare i suoi sforzi.
Difficile attuarlo in periodo di austerità istituzionale, di tagli drastici di bilanci, di riduzioni di personale, ma proprio per questo urgente. Occorre rovesciare l’ottica assistenzialistica e conciliare invece le politiche sociali con la crescita.
Un elemento chiave per lo sviluppo è proprio il welfare, ovvero ogni intervento in ambito sociale che alleggerisca il peso della crisi e tenti di ridare ossigeno alle famiglie e alle persone affinché non si lascino schiacciare dalle difficoltà e si rimettano in piedi.
Da una parte il welfare mantiene il suo carattere di riequilibrio sociale e di pari opportunità, ma dall’altra (ed è qui che occorre lungimiranza) deve essere visto come elemento strategico dell’impresa Italia e dunque anche delle nostre città.
Un intervento importante in questa ottica è rappresentato indubbiamente dalle politiche per la casa, per dare possibilità di accedere all’acquisto e all’affitto a prezzi sostenibili e adeguati, nonostante le mutate condizioni di reddito, soprattutto delle nuove famiglie.
I recenti dati Ance ci mostrano che la propensione al risparmio dei nostri cittadini è andata via via erodendosi negli ultimi vent’anni, e con essa l’attitudine a investire i propri risparmi nel mattone. I contratti di compravendita di unità immobiliari sono scesi del 5% (la media regionale è di 1,5%) .
Se la situazione è mutata bisogna provare a dare risposte ai nuovi bisogni e cominciare a sperimentare forme di edilizia sociale anche attraverso il social housing, ovvero l’attivazione di fondi pubblici e privati, con la collaborazione di enti locali, per l’acquisizione dei terreni e la costituzione di cooperative di proprietari per garantirsi costi di costruzione più bassi. Questo peraltro è l’indirizzo che è stato dato lunedì scorso dal Consiglio alla Giunta .
Andare verso il social housing, come ha dimostrato lo studio condotto da Expo Italia Real Estate, potrebbe dare risposte alle esigenze dei giovani che tra i 18 e i 34 anni, non potendo acquistare una casa, hanno due sole possibilità: restare nella casa familiare o spendere 6/700 euro per l'affitto. Il social housing potrebbe essere una risposta anche per anziani, famiglie monoparentali o per tutta quella fascia sociale che non si può permettere di comprare una casa sul mercato libero, ma nemmeno ha la possibilità di accedere all'edilizia popolare perchè non ne ha i requisiti.
Ritengo dunque importante la decisione di approdare in Consiglio comunale con una delibera di indirizzo della Giunta sul Piano abitativo sociale che affronti complessivamente la questione per dare risposte a bisogni differenti.
Occorre pensare alla città garantendone una reale abitabilità, a cominciare da condomini con spazi comuni e condivisi, soluzioni per l’infanzia, negozi con orari flessibili, dove poter sperimentare forme di mutuo aiuto e servizi di vicinato. In poche parole pensare finalmente alla casa immaginando la vita di chi ci abita, le difficoltà quotidiane che si creano se non ci sono servizi e a tutto ciò che affatica e svilisce una normale quotidianità, famigliare e lavorativa. Non dimentichiamo mai quanto incidono i servizi per figli piccoli e per gli anziani sulla possibilità di restare nel mercato del lavoro, soprattutto per le donne.
Alla nostra città non manca certo creatività. E’ il momento che la usi per inventare un modo nuovo e sostenibile di vivere e di abitare. I periodi di crisi economica devono servire anche a questo, a far pensare in modo diverso, a sperimentale esperienze sociali, e dunque anche abitative, più solidali e più condivise.
Caterina Liotti
Presidente del Consiglio comunale di Modena
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