“Sul ponte ciclopedonale di via Emilia est è stimato un passaggio giornaliero di 120-170 persone. Quando sarà collegato alle ciclabili, da Fossalta si arriverà direttamente in centro. Credo che aver fatto in tempo utile un’opera fondamentale per consentire l’attraversamento in sicurezza della tangenziale a ciclisti e pedoni non debba essere un elemento di discussione”.
E’ la risposta che l’assessore alla Mobilità Daniele Sitta ha dato oggi pomeriggio in Consiglio comunale all’interrogazione di Sandro Bellei, poi trasformata in interpellanza, con la quale il consigliere del Pdl domandava quanti modenesi utilizzano quotidianamente, a piedi o in bicicletta, la passerella ciclopedonale di Modena est.
Bellei, che nell’interrogazione chiedeva di utilizzare un conta persona al fine di capire l’onere per singolo utilizzatore dell’opera, costata “l’ingente somma di due milioni di euro” e da lui definita “inutile”, ha spiegato che i dati ricevuti dopo un accesso agli atti dimostrano che “su una analisi relativa a tre giorni si è registrato un numero medio di passaggi giornaliero di 32 persone, molto pochi rispetto alla spesa effettuata. Se anche in futuro il ponte collegherà altre ciclabili – ha aggiunto Bellei – al momento il costo per l’opera è sproporzionato rispetto a quanti la utilizzano”. Per il consigliere, infatti, “si poteva spendere meno, ad esempio con la realizzazione di un sottopassaggio se non si voleva utilizzare quello già presente nelle vicinanze”.
A sostegno della tesi di Bellei è intervenuto anche il capogruppo del Pdl Adolfo Morandi: “Dal punto di vista architettonico, l’opera del sovrappasso è di una certa imponenza – ha osservato – ma in un momento come quello attuale la Giunta avrebbe dovuto spendere quelle risorse per il sociale”. Secondo Olga Vecchi “il problema dell’opera è che è scollegata da tutto il resto” e sarebbe necessario renderla “più facilmente utilizzabile collegandola ad altre piste ciclabili della città”.
Sul tema è intervenuto anche Sergio Celloni, Mpa, per il quale “il ponte ciclopedonale è architettonicamente un bel intervento ma, tenuto conto del periodo di ristrettezze, bisogna capire se era indispensabile fare l’attraversamento o se si poteva semplicemente migliorare il vicino sottopassaggio”.
Per Stefano Barberini, capogruppo della Lega nord, “la zona è molto trafficata e se il ponte può salvare anche solo la vita di una persona nell’arco di cento anni ne sarà valsa la pena”. A non convincere il consigliere è invece il fatto che il ponte porti “nel piazzale di un ristorante senza nemmeno un attraversamento della via Emilia”.
Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha sottolineato che “tutte le piste ciclabili devono essere messe in sicurezza e collegate tra loro; il problema è nella frammentazione dei percorsi e lo stesso ponte è un’opera che non può finire nel nulla”.
Per il Pd sono intervenuti William Garagnani e Maurizio Dori: “Se c’era un tratto pericoloso a Modena era l’incrocio della via Emilia con la tangenziale”, ha sottolineato Garagnani, aggiungendo che un ciclista deve poter seguire il percorso più lineare possibile e, per ragioni di sicurezza, vicino ad aree di passaggio. Il consigliere Dori ha inoltre evidenziato che sulla base dei dati rilevati, “in circa due anni, da quando il ponte è stato fatto, il costo per persona sarebbe oggi di 27 euro. Se è stata salvata anche una sola vita ne è valsa la pena – ha aggiunto – e sulla mobilità ciclabile non si può rimproverare nulla a questa Amministrazione”.
Nella replica, l’assessore Sitta ha osservato che “i numeri riportati dal consigliere Bellei si riferiscono a una rilevazione di alcune ore” e ha aggiunto che “il Comune ha dotuto affrontare contestualmente il problema del decongestionamento della tangenziale e quello del suo attraversamento per garantire la sicurezza a prescindere dal numero di persone che lo utilizzano”. L’assessore ha inoltre spiegato che l’alternativa di adeguare il sottopassaggio di via Respighi non era percorribile: “E’ un punto di estrema pericolosità che non consente il passaggio di ciclisti”, ha detto. “Il sottopasso non è ristrutturabile ma andava demolito e rifatto; abbiamo scelto l’opera meno costosa in termini economici e per la collettività, perché un simile intervento avrebbe richiesto un blocco della tangenziale con i conseguenti problemi di viabilità”. Sitta ha infine riconosciuto che la rete ciclabile non è completa: “Stiamo lavorando per questo – ha concluso – e procedendo con i lavori nella zona realizzeremo anche i tratti di ciclabile che consentiranno di collegare, attraverso il ponte, Fossalta al centro storico”.
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