Nel biennio 2011-2012 al Comune di Modena mancheranno oltre 60 milioni di euro. Metà della cifra – 30 milioni – è dovuta ai tagli già previsti prima della manovra di agosto (12 milioni nel 2011 e 18 nel 2012), mentre quasi 34 milioni (8,8 nel 2011 e 25 nel 2012) dovranno essere di risparmi da mettere a disposizione del ministero dell’Economia per la riduzione del debito pubblico.
“Se teniamo conto che il bilancio comunale di quest’anno è di circa 210 milioni di euro, risulta evidente che ci troviamo di fronte ad una situazione folle, insostenibile e gravissima”, commenta il sindaco di Modena Giorgio Pighi. “Dopo le manovre di luglio e agosto, il sacrificio richiesto dal Governo agli enti locali è di molto superiore a quello preteso complessivamente dal comparto della pubblica amministrazione. Tutto ciò produce effetti pesantissimi sull’offerta dei servizi ai cittadini, sull’economia in generale e sugli equilibri economico-finanziari del Comune che, è bene ricordarlo, in questi anni ha mantenuto i conti in ordine”.
Se la manovra non sarà radicalmente modificata, come chiede l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), che ha annunciato una mobilitazione alla quale anche Modena aderirà, saranno necessari tagli drastici ai servizi, aumento dell’addizionale Irpef (in città l’aumento massimo potrebbe essere di 0,3 punti percentuali, che comunque potrà coprire non oltre il 40% dei nuovi tagli), introduzione dell’imposta di soggiorno e dismissioni del patrimonio immobiliare e delle partecipazioni nelle società partecipate, operazione che potrebbe tradursi in una svendita se effettuata in situazioni congiunturali sfavorevoli e sull’onda dell’urgenza. E anche tutto questo potrebbe non bastare per rientrare nei parametri della manovra. Tra gli effetti negativi si verificherebbe inoltre un rinvio dei pagamenti dei fornitori e di altri impegni di spesa già perfezionati, con effetti ulteriormente depressivi sulla congiuntura economica locale.
“La manovra del 13 agosto aggrava dunque ulteriormente il quadro già insostenibile richiesto dai precedenti provvedimenti, dove al taglio dei trasferimenti statali si aggiungono i tagli ai fondi sociali tramite la Regione e gli effetti negativi della crisi economica sulle entrate comunali”, commenta il sindaco. “Inoltre, gli enti territoriali devono contribuire alla riduzione del debito pubblico attraverso il Patto di stabilità, che obbliga al raggiungimento di saldi di bilancio positivi e crescenti nel tempo. Ciò significa che il Comune di Modena deve immobilizzare 75 milioni di euro per il triennio 2011-2013, cifra destinata ad aumentare con la manovra. In altri termini: abbiamo il denaro, ma non possiamo spenderlo per pagare fornitori o imprese che realizzano opere pubbliche”.
L’applicazione del Patto del dicembre 2010 già comportava, infatti, per il Comune di Modena un obiettivo di saldo di quasi 9 milioni per il 2011 e di circa 18 milioni di euro per il biennio successivo. La situazione si è ora ulteriormente aggravata con i decreti di luglio e agosto, portando da 9 a 25 il saldo del 2012. Tutto ciò solo per creare un avanzo di bilancio di cassa pari al 12,5% dei costi di gestione del Comune.
“E’ un obiettivo impossibile da rispettare – prosegue Pighi – che immobilizza risorse, le rende inutilizzabili per la comunità locale e penalizza la crescita economica. Ma oggi non vogliamo nemmeno pensare a come applicare la manovra del Governo: l’unico obiettivo ragionevole, infatti, è quello di cambiarla e i Comuni italiani si mobilitano proprio per evitare che decisioni assurde ricadano sulle spalle dei cittadini”.
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