L’approvazione dell’Atto di indirizzo per l’attuazione del Pae, il Piano per le attività estrattive, e dell’ordine del giorno presentato da Sinistra per Modena e Partito democratico, avvenuta nella seduta consiliare di giovedì 14 luglio, è stata preceduta da un vivace dibattito.
Per il Pd, Maurizio Dori ha sottolineato “la volontà di trasparenza nei confronti del Consiglio comunale dimostrata dall’assessore con la presentazione della proposta”. E tra gli aspetti principali, ha sottolineato l’importanza “di ridurre le escavazioni e la capacità di raccordarsi con il Comune di Formigine”. Anche Ingrid Caporioni ha espresso “apprezzamento per il percorso avviato dall’assessorato che avrebbe invece potuto far passare la delibera solo in Giunta”. Fabio Rossi si è soffermato sulla mozione per rimarcare che l’odg al Pae presentato nel 2009 impegnava la Giunta di allora, “mentre quello di oggi impegna da questo momento l’attuale”. Inoltre si è detto convinto “che l’Atto di indirizzo sia frutto di ottimo equilibrio tra una forte attenzione all’ambiente e i fabbisogni del territorio”. Luigi Alberto Pini ha definito la delibera “un passaggio significativo, perché realizzare interventi eco-sostenibili non è facile, basti pensare che importare ghiaia da altri territori di pianura, come suggerito da alcuni, comporterebbe ugualmente problemi ambientali”. Pini ha inoltre ribadito l’importanza dei controlli, il fatto che il Piano preveda le stesse regole nei territori modenese e formiginese e che consideri contemporaneamente gli interventi di ripristino”.
Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it ha dapprima letto al Consiglio un intervento di Eugenia Rossi, impossibilitata a partecipare alla seduta, in cui la consigliera dell’Italia dei valori ha ribadito “l’opposizione al Pae” e “la disattesa applicazione dell’odg del 2009 che doveva segnare un’inversione di rotta ed è invece stato tradito nelle modalità applicative e negli obiettivi”. Della stessa opinione si è detto Ballestrazzi, che ha chiesto che fine abbia fatto la relazione annuale sui controlli prevista dalla mozione di due anni fa e ha, in sostanza, definito l’attuale testo una copia del vecchio ordine del giorno. Il consigliere di Modenacinquestelle.it ha infine osservato che “la ghiaia è una merce al pari delle altre e quindi importabile da Paesi meno devastati del nostro” e, in sede di dichiarazione di voto, ha ricordato che Ravenna importa ghiaia dalla Croazia e che nel deserto libico ce n’è in grande abbondanza. Infine, ha concluso: “Siamo molto critici nei confronti di questo piano e chiedo conto dell’attuazione del vecchio odg”.
Per il Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha affermato di ritenere l’attuale piano in continuità con il precedente e ha precisato: “L’estrazione delle ghiaie deve essere fatta con la consapevolezza che si tratta di un bene prezioso e bisogna quindi cercare di limitarla al massimo, invece la delibera prevede un consistente piano di escavazione a cui il nostro gruppo non è favorevole”. Andrea Galli ha ricordato l’importanza delle ghiaie per costruire, ma anche per drenare le acque; ha definito la proposta d’importare ghiaia “costosa ma anche ipocrita, perché il danno arrecato a un altro Paese si ritorcerebbe contro di noi”. E ha concluso: “Fino a oggi l’estrazione è stata fatta in modo incontrollato e le ghiaie sono state utilizzate anche per costruire strade sprecando un bene prezioso, mentre il consumo del territorio deve essere evitato nel modo più completo”. Luigia Santoro ha denunciato “le scarse concessioni pagate per estrarre, i rari controlli effettuati e il fatto che i volumi estratti sono autocertificati”. La consigliera ha quindi suggerito “di utilizzare dei sistemi satellitari per controllare i livelli delle estrazioni” e ha anche chiesto maggiori garanzie sui ripristini.
Federico Ricci di Sinistra per Modena ha replicato che l’ordine del giorno attuale “non è una copia di quello di due anni fa, ma una significativa riproposizione aggiornata di quel documento”. Infatti, “gran parte degli impegni di allora – ha detto - decorrono da domani, cioè dall’approvazione del piano di attuazione”. Ricci ha stigmatizzato le politiche governative che defiscalizzano le estrazioni e rinunciano al recupero degli inerti. “Il Pae – ha affermato - è da monitorare continuamente, ma è importante perché introduce il principio che si scava solo secondo i fabbisogni”.
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