15/07/2011

ESTRARRE GHIAIE SARA' PIU' ONEROSO, OK DAL CONSIGLIO

Approvato dall'Aula il nuovo Piano per le attività estrattive. L'assessore Arletti: "Un modo per incentivare il recupero compensativo e l'utilizzo di materiali sostitutivi"

Le attività estrattive determinano una perdita di valore ambientale dovuta, per esempio, all’alterazione del paesaggio, alla mancata produzione agricola e al peggioramento dell’aria. Il piano di ripristino delle condizioni originarie non è dunque sempre sufficiente ed è necessario prevedere un recupero compensativo per controbilanciare la perdita.
Lo ha spiegato l’assessore all’Ambiente Simona Arletti illustrando in Consiglio comunale l’Atto di indirizzo per l’attuazione del Piano delle attività estrattive, approvato nella seduta di giovedì 14 luglio con i voti favorevoli di Pd e Sinistra per Modena. Si sono espressi contro Pdl, Lega nord e Modenacinquestelle.it, mentre si è astenuta l’Udc.
La novità sostanziale della delibera è rappresentata dagli oneri compensativi attraverso cui il Comune propone di introdurre, nei futuri accordi con i soggetti privati attuatori, il pagamento all’Amministrazione di 1,03 euro per ogni metro cubo di materiale ghiaioso estratto, escludendo i sostitutivi di quelli pregiati (sabbie, limi e argille riutilizzabili). “L’intento politico – ha proseguito Arletti – è favorire il recupero compensativo e limitare sempre più l’uso delle ghiaie, incentivando l’utilizzo di materiali sostitutivi”. L’onere andrebbe ad aggiungersi alla tariffa regionale di 0,57 euro che viene ridistribuita tra Regione, Provincia e Comune con lo scopo di contribuire alla gestione amministrativa.
L’assessore ha inoltre aggiunto che “aderendo alla proposta della Provincia, il Comune ha colto l’opportunità offerta dalla legge affinché il Piano infraregionale per le attività estrattive (Piae) assuma valenza di Piano comunale per le attività estrattive (Pae)”. E ha sottolineato che i nuovi indirizzi di pianificazione territoriale prevedono “accordi con soggetti privati allo scopo di organizzare le fasi attuative e di recupero per ridurre al minimo gli effetti derivanti dalle attività estrattive che determinano una perdita di valore ambientale, a cui si cerca di porre rimedio attraverso i piani di ripristino”.
Arletti ha anche spiegato che la previsione estrattiva del Polo 5, il più consistente, concordata tra la Provincia e i Comuni di Modena e Formigine, “si è basata sulla scelta di concentrare le nuove escavazioni accanto ad aree già sede di attività estrattive per contenere il consumo di suolo e limitare il traffico veicolare. In base alla nuova pianificazione, nel Polo 5 sono estraibili 9 milioni 880 mila metri cubi, di cui 4 milioni 680 mila assegnati all’unità estrattiva di Modena e 5 milioni 200 mila a Formigine. L’estrazione della metà di questi volumi è vincolata alle verifiche della Provincia, che saranno effettuate alla fine del quinto anno. Inoltre, 569 mila metri cubi sono estraibili dalla precedente pianificazione per la sola unità modenese. Le novità principali per il Polo 5 riguardano anche l’introduzione di due fasi estrattive, dal primo al quinto anno e dal sesto al decimo anno con la relativa individuazione delle quantità estraibili, e la riduzione dei quantitativi. Viene, inoltre, sottolineata la necessità di valutazioni ambientali e territoriali, anche per individuare efficaci interventi di mitigazione degli impatti.
Infine, l’Atto di indirizzo prevede che alla conclusione dell’attività di cava, il progetto di recupero dell’area faccia riferimento alla rilocalizzazione degli impianti, attorno a cui dovranno essere realizzate opere di mitigazione della rumorosità, alle vasche di decantazione dei rifiuti, alla destinazione naturalistica delle aree utilizzando materiali accantonati allo scopo e a invasi ad usi plurimi a basso impatto ambientale. Le modalità di ripristino del Polo 5 sono condizionate anche ad altri vincoli con la realizzazione di filari e rimboscamenti.
Assieme al Piano è stato approvato un ordine del giorno, “Impegni qualificanti per l’attuazione del Pae”, presentato da Federico Ricci di Sinistra per Modena e firmato anche dal capogruppo del Pd, Paolo Trande. Il documento ha avuto l’ok di Pd e Sinistra per Modena, mentre hanno votato contro Pdl, Lega nord e Modenacinquestelle.it. L’odg impegna la Giunta ad accentuare i controlli sulle attività estrattive, a far sì che i ripristini avvengano all’interno di una pianificazione generale di zona e che con i proventi delle estrazioni siano realizzate opere di compensazione ambientale. Inoltre, nel caso di accertate inadempienze, il Comune dovrà intervenire utilizzando le fideiussioni versate. L’Amministrazione comunale dovrà anche favorire l’utilizzo di materiali provenienti da processi di recupero e riciclo, verificare l’utilizzo di materiali alternativi in sostituzione di ghiaie e sabbie e, infine, pubblicare sul sito internet del Comune tutti gli atti relativi alle attività autorizzate con particolare riferimento alle modalità di ripristino.
 

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