Modena ha reagito alla crisi economica, registra i primi segnali positivi grazie alla vivacità delle aziende, ma la ripresa è lenta e non genera occupazione. Sono questi i dati più rilevanti che emergono dal secondo rapporto della Commissione speciale sull’andamento della crisi economica e sociale presentato in Consiglio comunale giovedì 9 gennaio. A illustrare la relazione è stato il presidente della Commissione Michele Andreana.
Le imprese modenesi, soprattutto quelle più strutturate, si sono dimostrate in grado di reagire alla pesante crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi anni con cali in alcuni settori anche del 30 per cento della produzione. Rispetto all’anno precedente, nel 2010 gli indicatori economici hanno segnato una positiva inversione di tendenza. La produzione delle grandi imprese è aumentata del 10,3 per cento, il fatturato dell’8,1 e gli ordini del 7,4 per cento. A trainare la ripresa è stato soprattutto l’export e Modena si conferma la seconda provincia esportatrice dell’Emilia-Romagna. Il 2010 si è chiuso in positivo anche per le aziende piccole e medie che hanno registrato aumenti della produzione del 4,8 per cento e del fatturato del 4,7.
L’unico settore che è ancora in stagnazione è quello edile, a causa della drastica riduzione degli investimenti in opere infrastrutturali, ma non solo, e della crisi del mercato immobiliare.
Anche se i dati relativi alle esportazioni indicano una crescita che non recupera completamente quanto perso nel biennio precedente, il rapporto conferma la centralità del sistema manifatturiero e sottolinea la necessità di rafforzare la competitività del settore su cui Modena ha basato il suo successo economico.
Nota dolente è che si conferma, anche per il 2010, la flessione dell’occupazione. Il mercato del lavoro è incapace di riassorbire la manodopera espulsa negli anni più neri della crisi e il tasso di occupazione è calato ulteriormente dal 68,4 al 66,3 per cento; l’occupazione femminile è inoltre scesa al 59,5 per cento, sotto i livelli previsti dal trattato di Lisbona. La disoccupazione giovanile è salita al 27,1 per cento ed è aumentata la precarietà, poichè quattro su cinque dei nuovi assunti hanno contratti a termine o atipici.
“Queste tendenze – ha detto Andreana presentando il documento - hanno comportato una crescita del disagio; in provincia di Modena circa 1600 famiglie sono scivolate sotto la soglia di povertà è aumentato il divario tra chi sta bene e chi no. L’emergenza occupazionale e la lotta alle disuguaglianze sono le priorità su cui concentrarsi. Bisogna che al più presto le istituzioni e le parti sociali sappiano individuare pochi punti centrali sui cui convergere e concentrare gli sforzi per rilanciare il sistema economico e riassorbire la forza lavoro”.
La Commissione speciale ha tracciato anche la via da seguire per lasciarsi alle spalle le ripercussioni della crisi e rilanciare l’economia modenese. Rafforzare la ricerca e l’innovazione, migliorare le infrastrutture, sostenere le imprese nel processo di internazionalizzazione sono le chiavi di volta per sostenere lo sviluppo del settore manifatturiero. Allo stesso tempo, occorre favorire la nascita di nuove imprese innovative, creative e dell’Ict, sviluppare in modo incisivo il marketing territoriale e snellire la burocrazia migliorando l’efficienza del sistema pubblico.
“E’ tempo di passare dalle parole ai fatti. Le priorità per l’economia locale dei prossimi anni – ha concluso Andreana - saranno ridurre la disoccupazione, rafforzare i fattori di competitività e qualità, operando un attento controllo della spesa”.
Azioni sul documento