“Le opere al parco Ferrari non sono destinate solo agli abitanti della zona, ma all'intera collettività. La definizione ‘Servizi di quartiere’, contenuta nel contratto di acquisizione del parco, si riferiva al Piano regolatore dell'epoca; oggi è stata sostituita con ‘Attrezzature e spazi collettivi’, cioè servizi di interesse pubblico, comprendenti anche la destinazione a impianti sportivi”.
E’ la risposta dell’assessore allo Sport del Comune di Modena Antonino Marino all’interrogazione e all’interpellanza presentate dal capogruppo del Pdl Adolfo Morandi in Consiglio comunale nella seduta di ieri, lunedì 2 maggio, sul progetto del polo natatorio al parco Ferrari.
In particolare, il consigliere ha chiesto come l’Amministrazione pensi sia conciliabile la proposta di una piscina di 12 mila metri quadrati, affiancata da strutture dedicate ad attività commerciali, con la condizione vincolante di destinazione a “Verde pubblico – Servizi di quartiere” per almeno 50 anni, sottoscritta dal Comune nel contratto per l’acquisizione dell’area del parco Ferrari con la società Consap, preposta al Ministero della Difesa. Il consigliere ha invitato sindaco e Giunta a “fare autocritica rivedendo le decisioni prese”, a tenere in maggiore considerazione “tutte le critiche e gli interventi contro tale progetto, anche da esponenti autorevoli del Pd”, a far decidere ai cittadini, tramite l’istruttoria pubblica, se costruire tale struttura, dove e con quali caratteristiche e modalità. Morandi ha inoltre sollecitato a “valutare anche altre aree”, ad esempio nella parte sud della città, “completamente sprovvista di tali servizi; equilibrando le esigenze dei cittadini più vicini alle strutture ed evitando che si debbano spostare all’interno della città con aumento dei costi, del traffico e dell’inquinamento”. Il capogruppo del Pdl ha fatto riferimento al costo di 15 milioni 500 mila euro, “emerso alla presentazione del Piano direttorio per la ‘sistemazione’ del parco Ferrari e la costruzione del polo natatorio, di cui 5 milioni 500 mila euro a carico del Comune e 10 a carico di un privato, attraverso il project financing”. Ha infine chiesto quali tempi di realizzazione sono ipotizzabili, per quanti anni si pensa di concedere il diritto di superficie, se ci sono “imprese che hanno già espresso una valutazione e l’interesse alla realizzazione” e, in questo caso, se esiste un piano finanziario su cui calcolare il tempo di ritorno dell’investimento e la sua remunerazione e quali entrate sono previste per il realizzatore-gestore”.
L’assessore ha spiegato che “la Legge regionale definisce le ‘Attrezzature e spazi collettivi’ come il complesso degli impianti e delle opere e spazi attrezzati pubblici, destinati a servizi di interesse collettivo, necessari per favorire il migliore sviluppo della comunità e per elevare la qualità della vita individuale e pubblica”. Ma anche per “Servizi di quartiere”, in base al Piano regolatore, “si faceva riferimento non solo a parchi e giardini pubblici, ma anche a destinazioni edilizie appartenenti a specifiche categorie catastali e a destinazioni funzionali di una certa rilevanza pubblica, come uffici, scuole, teatri e cinema, oltre che parcheggi, parchi e giardini pubblici, impianti sportivi a raso e per balneazione”.
Marino ha chiarito di aver “sempre cercato la massima partecipazione dei cittadini al progetto, come dimostrano le diverse presentazioni pubbliche e l’ammissione dell’istruttoria, delle cui conclusioni il Consiglio comunale prenderà atto”. L’assessore ha inoltre spiegato che “l'idea di una piscina al parco Ferrari vuole sopperire alla mancanza in città di un impianto dedicato al ‘loisir’ e far sì che i cittadini non si debbano spostare in piscine di altri Comuni o province. Il Parco Ferrari è una delle zone meglio servite dai mezzi pubblici e dalle ciclabili – ha proseguito – e le quattro Circoscrizioni cittadine hanno una distribuzione degli impianti sportivi abbastanza equilibrato, anzi la zona di Modena sud è quella dotata di maggiori spazi”. L’assessore ha spiegato che i tempi per la realizzazione del Piano direttore “si possono ipotizzare nell'arco di un medio periodo, ma la piazza verde e la piscina dovrebbero essere realizzate nei primi 3 o 4 anni. Al momento non esiste alcun piano finanziario presentato da possibili investitori – ha aggiunto – siamo noi a creare le condizioni affinché uno o più privati siano interessati al progetto. Può essere ridicolo citare Franco Califano in una sala di Consiglio, ma come direbbe lui ‘tutto il resto è noia’”, ha concluso Marino.
Nella replica, il consigliere Morandi si è dichiarato “insoddisfatto della risposta. “Quando si parla di servizi di quartiere è evidente che la destinazione deve riguardare esattamente quell’area, altrimenti si parlerebbe genericamente di servizi. La nostra proposta è fornire di polo natatorio quell’area della città che ne è sprovvista, cioè Modena sud”.
Azioni sul documento