06/04/2011

DONNE, ATLETI ED EROI IN GESSI E BRONZI DEL '900 MODENESE

Dall'8 aprile al 26 giugno al Museo d'arte la mostra di scultura "Forme e figure"

Un viaggio nel primo Novecento modenese attraverso i diversi modi di scolpire la figura umana: madri e figli, giovinetti e adolescenti, corpi femminili, atleti ed eroi, uomini intenti nel lavoro, ritratti e autoritratti. Dal verismo al dinamismo plastico, dal simbolismo ai riferimenti quattro-cinquecenteschi fino alle richieste formali dell’immediato dopoguerra, la mostra “Forme e figure: Modena e la scultura nella prima metà del Novecento” comprende opere di Giuseppe Graziosi, Ermenegildo Luppi, Vittorio Magelli, Benito Boccolari, Armando Manfredini, Ernesto Gazzeri, Alfredo Gualdi, Dante Zamboni, Ubaldo Magnavacca e Ivo Soli.
Aperta ad ingresso gratuito dall’8 aprile al 26 giugno al Museo civico d’arte di largo Porta sant’Agostino 337, la mostra è stata resa possibile dalla collaborazione tra il Museo civico d’arte e Assicoop Modena, che ha sostenuto economicamente il progetto e messo a disposizione alcune opere della propria collezione di artisti modenesi.
L’obiettivo dell’esposizione è rendere conto della varietà e delle dinamiche di sviluppo culturale e stilistico nella pratica scultorea nella prima metà del Novecento. Tra gli artisti modenesi di questo periodo, i curatori Francesca Piccinini, Luciano Rivi e Cristina Stefani hanno riscontrato un interesse esclusivo per la figura umana, adottando così una suddivisione tematica delle opere in mostra in sei sezioni: “Madri e figli”, “La figura dell’adolescente”, “La figura femminile”, “L’uomo, l’atleta, l’eroe”, “Le figure del lavoro”, “Ritratti e autoritratti”. Un tipo di classificazione che ha permesso di meglio mettere a fuoco l’evolversi dei tanti modelli culturali e stilistici che si succedono nei primi cinquant’anni del Novecento: dagli iniziali modelli veristi derivati dall’insegnamento di Giuseppe Gibellini, ai dinamismi plastici del Giuseppe Graziosi anteguerra, alle forzature espressive venate di simbolismo di Ermenegildo Luppi; dalle riflessioni sulla tradizione locale o nazionale di Armando Manfredini, che guarda alla plastica emiliana del Quattrocento, e ancora Graziosi, affascinato dal Cinquecento, alle istanze Novecentiste e intimiste di Vittorio Magelli; per arrivare alle nuove richieste formali dell’immediato secondo dopoguerra, diversamente riscontrabili sia in Magelli che in Marino Quartieri.
La selezione delle 40 opere proposte consente di valorizzare il patrimonio museale, affiancandolo e arricchendolo idealmente con opere appartenenti alla raccolta Unipol Assicoop e a privati proprietari. La mostra, allestita nelle sale espositive dei Musei civici, è espressione del “Progetto Novecento”, che è volto alla ricerca e alla valorizzazione dell'arte modenese del secolo XX e che include alcune iniziative già realizzate, come la mostra sul fotografo Salvatore Andreola (2010) in collaborazione con il Fotomuseo Panini.
Negli ultimi anni la scultura italiana tra Otto e Novecento è stata oggetto di ricerche, nell’intento di scandagliare la ricchezza delle diverse situazioni locali. Durante la prima metà del secolo scorso la scultura ha svolto un ruolo importante: il periodo appare infatti riccamente articolato e caratterizzato dall'affiancamento e dall'avvicendamento di modelli stilistici differenti, nel continuo intreccio con le contemporanee vicende storiche. Il panorama modenese e i percorsi di quegli artisti che in città si formano costituiscono un interessante tassello da connettere alle più generali vicende della scultura e dell’arte italiana.
In parallelo al percorso presso il Museo civico d'arte è stato definito un percorso complementare all’interno della Gipsoteca Graziosi situata al Piano terra dello stesso Palazzo dei Musei e al Palazzo Comunale. Un itinerario cittadino attraverso i luoghi della scultura monumentale arricchisce ulteriormente la proposta espositiva, grazie alla realizzazione di un opuscolo che consente sia una libera fruizione della proposta che l'organizzazione di visite guidate complementari alla mostra.


 

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