La crisi della mascolinità e le differenze di genere nelle varie culture saranno al centro della conferenza di Franco La Cecla dal titolo “L’altro come maschio”, in programma domenica 10 aprile alle 17.30 nella sala dell’oratorio del Palazzo dei musei, in largo Porta Sant’Agostino 337. L’incontro con l’antropologo, con ingresso gratuito, è organizzato nell’ambito della 13esima Settimana della cultura e dell’iniziativa provinciale Musei da gustare e sarà introdotto dalla direttrice del Museo civico archeologico etnologico Ilaria Pulini (informazioni allo 059 2033125).
Sarà una carrellata antropologica tra centinaia di culture diverse, esplorando il rapporto tra i sessi e la polarizzazione delle società in maschi e femmine, dove l’uomo è tenuto a confermare la propria identità attraverso continue prove e prestazioni. Secondo La Cecla, la crisi del maschio non può essere letta semplicemente come tracollo di un modello nel flusso della globalizzazione culturale, ma va interpretata più in generale alla luce della relazione fra identità maschile e femminile, proprio perché l’una non può esistere senza l’altra. L’antropologo evidenzia come, cultura per cultura, la mascolinità sia meno rigida, bloccata e monolitica di quanto si pensi, perché si basa su una inadeguatezza di fondo che ne costituisce la fragilità e la ricchezza al tempo stesso, in una dialettica difficile con l’altra identità più forte, quella femminile.
Franco La Cecla, antropologo e architetto, ha insegnato Antropologia culturale alle Università di Venezia, Verona e Palermo, ed è stato visiting professor all’École des hautes etudes en Sciences sociales di Parigi. Nei suoi lavori ha affrontato a più riprese il tema dell’organizzazione dello spazio e in particolare dei confini fra le culture. Fra i suoi numerosi saggi: “Jet-lag: Antropologia e altri disturbi di viaggio” (2002), “Lasciami: Ignoranza dei congedi” (2003), “Good morning karaoke” (2004), “Lo stretto indispensabile. Storie e geografie di un tratto di mare limitato” (2004), “Il malinteso: Antropologia dell’incontro”.
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