Il Consiglio comunale di Modena, all’unanimità, ha deciso di scrivere un’altra pagina in difesa delle donne e dei diritti umani. Oggi, mercoledì 2 marzo a mezzogiorno, sulla facciata del Municipio in piazza Grande, al posto dello stendardo che invitava a fermare le pietre contro Sakineh è stato srotolato un nuovo grande striscione “per la vita di Asia Bibi”.
Asia Bibi, cristiana, 45 anni, madre di cinque figli, è stata condannata a morte per blasfemia il 7 novembre scorso. Un tribunale del Punjab, in Pakistan, ha sentenziato che la donna ha offeso Maometto mentre, sul luogo di lavoro, difendeva la sua fede cristiana di fronte ad altre lavoranti musulmane. Il marito di una di loro, l’imam locale, ha deciso di denunciarla; Asia Bibi è stata prima picchiata, poi imprigionata e infine, dopo un anno, condannata. Assieme al marito ha deciso di ricorrere in appello, ma per la donna si prospettano comunque mesi di prigionia, alla mercé delle guardie carcerarie o di fanatici che potrebbero ucciderla pensando di rendere gloria ad Allah, come è già accaduto in altri 33 casi.
Con il nuovo stendardo il Consiglio “si unisce fattivamente a coloro, tra i quali Papa Benedetto XVI, che chiedono alle competenti sedi nazionali e internazionali di assumere urgentemente iniziative atte a favorire la liberazione di Asia Bibi, la cancellazione del reato di blasfemia, nonché la salvaguardia delle minoranze religiose in tutti i Paesi dove vengono perseguitate”.
I consiglieri modenesi ribadiscono così che la libertà religiosa è un diritto fondamentale sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu, “senza alcuna discriminazione di nazionalità, razza, cultura, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine sociale, ricchezza, nascita o altra condizione”.
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