“Informare i cittadini su quello che sta avvenendo con i loro soldi è un dovere e proseguiremo su questa strada. Il manifesto realizzato dalla Giunta a proprie spese è a tutti gli effetti comunicazione istituzionale: dobbiamo dire ai modenesi del taglio del Governo di 12 milioni di euro e dei limiti imposti dal patto di stabilità”.
E’ la risposta del sindaco di Modena Giorgio Pighi all’interrogazione del consigliere Andrea Leoni (Pdl), trasformata in interpellanza, sul manifesto relativo ai tagli del Governo nei confronti dell’Amministrazione realizzato dalla Giunta comunale, che per sostenere la spesa si è autotassata, e attualmente esposto dal balcone del Palazzo municipale in piazza Grande.
In particolare, il consigliere ha chiesto la rimozione del manifesto e delle altre locandine “propagandistiche” esposte in luoghi pubblici, e i motivi dell’utilizzo di risorse umane e materiali, uffici, strumenti e strutture comunali “ai fini della realizzazione di una campagna informativa politica e di parte che palesemente esula dai compiti e dai ruoli istituzionali della Giunta”. Leoni ha inoltre chiesto se la possibilità di affiggere stendardi sul balcone di piazza Grande, avvalendosi del lavoro degli uffici comunali, viene garantita anche “alle altre rappresentanze istituzionali del Comune, per realizzare e promuovere le proprie iniziative contro chi si oppone al Governo in carica”. Il consigliere ha parlato di “accostamento indecoroso tra una battaglia di sindaco e Giunta e una battaglia condivisa da tutti, quella per Sakineh, la donna condannata a morte in Iran. Il Comune deve tornare ad essere la casa di tutti e non dei soli amministratori”, ha concluso Leoni.
Il sindaco Pighi ha precisato che “l’utilizzo delle strutture dell’Amministrazione, come supporto di qualunque messaggio, fa capo a sindaco, Giunta e consiglieri comunali. Il manifesto a fianco, su Sakineh, è comunicazione istituzionale che viene dal Consiglio, quello in questione è comunicazione istituzionale che viene dalla Giunta”. Pighi ha poi osservato: “Siamo autorizzati a intervenire sui temi e ad avvalerci degli strumenti messi a disposizione del Comune. Per non equivocare e per non spostare l’argomento dai tagli finanziari – ha proseguito – abbiamo scelto di autotassarci per sostenere la spesa e protestare contro un Governo che si è comportato in modo iniquo”.
Per il Pdl, il consigliere Sandro Bellei ha sottolineato che “il balcone del Municipio non può essere utilizzato per fini politici. Quel manifesto, che rappresenta un messaggio politico, lì non ci può stare. Quello con Sakineh invece lancia un messaggio sociale”. Secondo Michele Barcaiuolo non si tratta di una semplice comunicazione istituzionale, “né per la grafica, né per il modo, né per i luoghi di esposizione e di ideazione, cioè il Comune e gli uffici comunali. Si tratta della classica campagna fatta da una forza politica; se fosse stata finanziata dal gruppo consiliare Pd e se fosse stata posizionata negli spazi pubblici appositi nessuno avrebbe detto niente, mentre questa è stata una caduta di stile dell’Amministrazione”. Per Adolfo Morandi “il sindaco ha autorizzato una campagna di promozione politica di parte. E’ anche nel diritto dell’opposizione avere la possibilità di affiggere sul balcone del Comune il cartello di risposta a questo?”, ha chiesto. “Pighi avrebbe dovuto prendere atto in modo più responsabile del fatto che i tagli del Governo sono imposti dalla Comunità europea e avrebbe dovuto rendere più efficiente la macchina del Comune per farvi fronte”.
Per Sergio Celloni, Mpa, “l’Amministrazione deve stare al di sopra del piano politico per ciò che riguarda la comunicazione istituzionale. Un sindaco non può fare comunicazione politica alla città, non deve condizionare i ragionamenti. Sono i partiti a poter esporre cartelli di critica, a spese proprie e su spazi privati”.
Nicola Rossi, Lega nord, ha parlato di “vergogna” perché “questo manifesto è di propaganda politica”. Il consigliere ha annunciato l’invio di “una lettera al presidente della Repubblica per segnalare la situazione. L’Amministrazione ha lanciato un messaggio scorretto, che non tiene conto della situazione di questo momento in Italia”. Stefano Barberini ha espresso il proprio favore per l’esposizione del manifesto della Giunta dal balcone del Palazzo comunale a patto che “anche la minoranza sia autorizzata ad esporre i propri cartelli quando intende parlare alla cittadinanza. Vorrà dire che anche noi lo faremo”.
Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha parlato di “messaggio politico” e ha sottolineato come il posizionamento del manifesto della Giunta accanto a quello di Sakineh, approvato all’unanimità dal Consiglio, faccia pensare a due messaggi condivisi. Se è vero che dal balcone comunale non si possono fare comunicazioni politiche – ha aggiunto – bisogna togliere il manifesto”.
Per il Pd, Cinzia Cornia ha definito un dovere, per ogni Amministrazione, “informare i cittadini. Il manifesto non attacca il Governo, ma comunica alla cittadinanza che i tagli effettuati comportano la cancellazione di servizi”. La consigliera ha inoltre aggiunto che “un’Amministrazione comunale viene eletta ed appartiene a un’estrazione politica ed è quindi normale che mandi messaggi di natura politica”. Per Paolo Trande “non c’è niente di cui vergognarsi e ricordo che, proprio di recente, 13 Comuni italiani, 11 dei quali guidati dal centrodestra, hanno chiuso gli uffici per un giorno al fine di protestare contro il Patto di stabilità”. Secondo il capogruppo “è sempre difficile individuare il limite tra comunicazione istituzionale e politica, ma in questo caso siamo all’interno di quella istituzionale”. Secondo Luigi Alberto Pini “il sindaco ha utilizzato uno dei pochi strumenti che ha a disposizione per spiegare una verità ancora molto sottaciuta, cioè il taglio dei finanziamenti agli enti locali da parte del Governo”. I cittadini “devono sapere che dovremo tagliare alcuni servizi a causa di scelte che abbiamo subito”. Michele Andreana ha osservato che “la comunicazione fatta dalla Giunta è legittima e volta a informare i cittadini sugli effetti della manovra”. La scelta del Governo di tagliare le risorse agli enti locali per riparare il debito pubblico “non è stata concertata; si vuole ingessare l’Amministrazione in un ruolo puramente burocratico amministrativo? E’ un modo per chiuderci la bocca?”, ha concluso il consigliere.
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