Il sì unanime del Consiglio comunale di Modena alle modifiche del Regolamento in materia di armamento della Polizia municipale nella seduta di ieri è stato accompagnato da un dibattito di oltre due ore.
Per il Pd, Stefano Goldoni si è complimentato all’assessore alla Qualità e sicurezza della città Antonino Marino per il provvedimento e ha sottolineato l’importanza dell’utilizzo di un unico modello di arma con lo stesso calibro per tutti gli appartenenti al corpo. Stefano Prampolini ha parlato di “piccola rivoluzione” rispetto a un regolamento ormai superato. “La dotazione di armi – ha aggiunto – implica un’adeguata consapevolezza degli operatori, che sono sottoposti a un apposito corso”. Pieno consenso al nuovo Regolamento è arrivato anche da William Garagnani, che ha sottolineato, ad esempio, i benefici del passaggio a un modello di pistola più moderno per la sicurezza dell’agente. Per il consigliere è inoltre fondamentale l’installazione di cassette per il deposito delle armi, “ma non deve richiedere la presenza di personale”. Maurizio Dori, rispondendo a quanto detto da Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it), ha evidenziato che “la Polizia municipale non è uguale a tutti gli altri corpi per l’uso delle armi. Fino a quando non li istruiamo sulle tecniche operative di contrasto alla criminalità – ha sottolineato – non possiamo paragonarli alle altre forze di Polizia e non devono essere coinvolti in certe operazioni”. Un plauso alla delibera è arrivato anche da Fabio Rossi: “È vero che si tratta di un adeguamento ordinario che si intreccia a disposizioni di legge per cui era diventata una necessità intervenire, ma in tema di sicurezza sul lavoro è un provvedimento importante. Va nella direzione di consentire agli agenti di lavorare in maniera più sicura anche usando l’arma da fuoco”. Luigi Alberto Pini ha evidenziato che “l’arma da fuoco non per forza è simbolo di autorità, quest’ultima deve essere pensata anche con altri strumenti. E non c’è un rapporto diretto nemmeno tra arma da fuoco e sicurezza, ad esempio gli Stati Uniti, che delle armi hanno fatto un simbolo, sono il Paese con il maggior numero di omicidi”. Il capogruppo Paolo Trande ha sottolineato l’evoluzione del ruolo degli agenti di Polizia municipale “determinata dalla trasformazione dei bisogni dei cittadini, anche in seguito a una forte pressione culturale e politica sul tema della sicurezza e dal progressivo calo delle risorse centrali destinate alle forze dell’ordine”.
Per il Pdl, Michele Barcaiuolo ha parlato di operazione “che rientra più nella routine dell’aggiornamento che non nella sfera di scelte politiche fondamentali”, si è detto d’accordo sulla dotazione di armadietti per il deposito delle armi, ma ha denunciato una “progressiva diminuzione di frequentazione degli agenti al poligono”. Per il capogruppo Adolfo Morandi si deve andare nella direzione di far partecipare al Tavolo della sicurezza anche le forze politiche presenti in Consiglio comunale tramite il capogruppo. “Non è sufficiente quello che è stato fatto – ha detto in dichiarazione di voto – la gestione della Polizia municipale deve essere migliorata ed è necessario un maggior controllo del territorio”.
Per Sergio Celloni, Mpa, la modifica al Regolamento è un provvedimento che “già da anni si doveva prendere per aggiornare delle dotazioni”. Il consigliere ha chiesto se esiste una Commissione che stabilisca chi può entrare in possesso dell’arma, perché “c’è chi potrebbe non essere adatto”.
Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha affermato che “nel Patto per Modena sicura la Polizia municipale è parificata alle altre forze dell’ordine. Ormai le differenze ci sono solo per grandi operazioni che prevedono l’intervento del corpo centrale dello Stato. In dichiarazione di voto, il consigliere ha parlato di “livello massimo di formazione professionale per la Municipale”.
Nicola Rossi, Lega moderna, ha evidenziato che“è cambiata la società, c’è un’esigenza di sicurezza, reale o percepita, che al momento non ha trovato risposte concrete. L’augurio è che, mancando le risorse a livello nazionale, ci sia una maggiore riorganizzazione della Polizia municipale che consenta ai cittadini di vivere sempre più serenamente”.
In dichiarazione di voto, Eugenia Rossi, Idv, si è detta d’accordo con la modifica dell’armamento, ritenuto obsoleto, e con l’installazione di armadietti di deposito delle armi. “La forza di una città – ha detto – è non disperdere un patrimonio come quello della Polizia municipale e il vero armamento è mettere in rete e in comunicazione i vari corpi delle forze dell’ordine”.
Chiudendo il dibattito, l’assessore ha sottolineato che “l’ordine e la sicurezza pubblica competono allo Stato, mentre la Polizia municipale agisce come organo ausiliare; non gli è formalmente riconosciuto lo stesso ruolo delle altre forze dell’ordine. Per il rilascio dell’arma – ha concluso Marino – viene fatto un controllo psico-attitudinale”.
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