Tutela dei pozzi esistenti, lotta ai nitrati, recupero delle perdite dell’acquedotto e studio di nuove opportunità, come l’impiego a uso potabile dell’acqua del fiume Secchia. E’ questo il percorso sulla tutela delle risorse del territorio modenese previsto dalla proposta presentata questa mattina dal Comune di Modena all’esecutivo Ato, presieduto dall’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari e riunito nel Palazzo della Provincia. Il documento si potrà consultare, a partire da domani, martedì 8 novembre, sul sito internet dell’Amministrazione comunale (www.comune.modena.it/ambiente).
La successione degli interventi riflette le intenzioni dell’Amministrazione per la tutela dell’acqua secondo lo spirito del recente referendum: controllo pubblico, costo accessibile a tutti e buona qualità.
Il percorso delineato dal documento comunale prevede in primo luogo la tutela dei pozzi esistenti nella zona di Cognento, in particolare quelli di via Canizzaro, via Aristotele e dintorni. Non sono previste costruzioni nelle aree di rispetto assoluto, mentre sulle aree da sempre edificabili si procederà in modo da garantire la possibilità di perforare eventuali nuovi pozzi nelle zone che verranno mantenute libere da costruzioni, mentre si confermano tutte le aree già identificate per la ricerca di ulteriori pozzi.
Per la lotta ai nitrati il documento comunale propone di intervenire sui pozzi di via Panni, attualmente inquinati dai nitrati scaricati nelle campagne a sud di Modena tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80. Il rischio è presente anche per l’acquifero di Cognento e per questo vanno mantenuti attivi i pozzi di via Panni in funzione di barriera rispetto alla possibile crescita dei nitrati e altri pozzi andranno scavati più a sud sempre con la stessa funzione.
Sarà inoltre necessario recuperare i volumi necessari alle integrazioni delle dotazioni idriche future con azioni prioritariamente dedicate al recupero delle perdite fisiche della rete di distribuzione (l'acquedotto). Il Comune ritiene inoltre di creare ridondanze dei punti di prelievo mediante la ricerca e l’eventuale perforazione di ulteriori pozzi nelle aree destinate a tale scopo già presenti negli strumenti di pianificazione provinciali e comunali vigenti. La salvaguardia delle possibili alternative passa attraverso accordi su scala provinciale per la tutela degli acquiferi di San Cesario e di Marzaglia, ma anche dalla conferma della tutela assoluta delle aree di Cognento che fin dal Piano regolatore generale del 1989 erano state individuate come soluzioni concrete per rispondere ad eventuali esigenze di spostamento dei pozzi. Sono aree ampie, adiacenti a quelle attualmente in uso, quindi alternative reali e praticabili in qualsiasi momento.
Possibili fonti aggiuntive vanno inoltre individuate in una prospettiva non di mesi, ma di anni, in termini di investimento per il futuro. La questione riguarda la verifica sulla possibilità di potabilizzare e utilizzare l’acqua del fiume Secchia. Poiché la tecnologia lo consente, si tratta di valutare con attenzione costi e benefici, dimensioni dell’investimento, eventuali risparmi di energia, efficienza ed efficacia dell’impianto. Una parte fondamentale dell’investimento è già stata realizzata con la traversa di Castellarano e la condotta che già arriva a Modena.
Infine, secondo il documento del Comune presentato oggi ad Ato, serve un’ulteriore integrazione delle reti acquedottistiche Hera-Aimag per consentire una migliore flessibilità gestionale del sistema, garantire volumi di scambio maggiori e migliorare le azioni a sostegno di eventuali fallanze dei due subsistemi.
Il Comune di Modena, quindi, propone di riavviare la discussione sulla tutela e lo sviluppo del “bene acqua” confermando le scelte di quasi 30 anni fa, rafforzando i vincoli e aggiornando le strategie in funzione dei cambiamenti intervenuti e delle esigenze che si possono ipotizzare per i prossimi 20 anni. In questo quadro è fondamentale che si riprenda al più presto lo studio della situazione dei nitrati - anche attraverso la convocazione del tavolo tecnico provinciale già esistente - e delle misure da adottare per superare il problema, tra cui la verifica dell’opportunità di utilizzare le acque di superficie del Secchia.
A questo proposito, il Comune propone l'istituzione di un Tavolo tecnico che coinvolga le necessarie professionalità dei settori delle pubbliche amministrazioni, del mondo universitario e dei gestori del Servizio idrico integrato per redigere un vero e proprio Masterplan su tutte le acque ad uso potabile, sotterranee e superficiali.
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