Sarà una gigantografia di quattro metri per due con il volto di Sakineh, la donna condannata a morte per lapidazione con l’accusa di adulterio, a mostrare in modo tangibile l’adesione della città di Modena alla campagna internazionale per la liberazione della 43enne iraniana. L’immagine sarà esposta oggi, mercoledì 8 settembre, alle 15.45 sulla facciata del Palazzo municipale in piazza Grande, alla presenza della presidente del Consiglio comunale Caterina Liotti.
La decisione di esporre l’immagine è stata presa all’unanimità dal Consiglio comunale, che lunedì 6 settembre ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che rivendica “convinta opposizione verso l’applicazione di pene in contrasto con i diritti inviolabili di ogni persona”, impegnando il Consiglio e la Giunta a promuovere “apposite iniziative politiche di sensibilizzazione sulla vicenda”.
Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni, madre di due figli, è detenuta nel braccio della morte nel carcere di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran, con la condanna per aver avuto una relazione con due uomini durante il matrimonio. Il processo che l’ha condannata alla lapidazione ha applicato una disposizione della legge iraniana che consente ai giudici di esprimere il loro giudizio soggettivo e verosimilmente arbitrario di colpevolezza anche in assenza di prove certe e decisive. Durante il processo, Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ritrattato una confessione rilasciata sotto minaccia durante l'interrogatorio.
“Le imputazioni sollevate contro Sakineh Mohammadi Ashtiani – si legge nell’ordine del giorno - sono in contrasto con i più elementari diritti umani sulla base della Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni unite nel 1948”. Il caso di Sakineh sta mobilitando l’opinione pubblica nazionale e internazionale, le istituzioni locali e il Governo con le azioni del ministro alle Pari opportunità; da anni l’Italia è impegnata nel proporre alle Nazioni unite iniziative per la moratoria e, in prospettiva, per l'abolizione della pena di morte. “Anche in sede europea – prosegue il testo dell’ordine del giorno - l'Italia ha fatto sentire la propria voce nell'elaborazione delle misure concordate per rappresentare al Governo iraniano l'aspettativa per il rispetto del diritto alla vita in relazione al caso della signora Ashtiani e a tanti altri casi simili”.
Azioni sul documento