Ripensare Modena all’insegna della complessità, dell’innovazione e della sperimentazione. Sono le parole chiave con le quali il sindaco Giorgio Pighi ha presentato mercoledì il progetto degli stati generali “Effetto Modena” a 15 imprenditori del “Club delle imprese modenesi per la responsabilità sociale d’impresa” o beneficiari delle consulenze di Modena Innova. L’incontro rientra nella serie di consultazioni che si propongono di individuare in modo condiviso le scelte fondamentali per la città del futuro, in particolare sui temi del lavoro, del welfare, dell’urbanistica e del capitale sociale.
“Abbiamo bisogno di una nuova identità – ha detto il sindaco – per creare insieme la Modena dei prossimi vent’anni. Oggi ci troviamo di fronte a sfide particolarmente gravi, ma una parte di queste erano già emerse, dieci anni fa, nel rapporto dell’Ocse, che parlava, per esempio, dei rischi dettati dalla nuova composizione della popolazione, con meno bambini e più anziani”, ha aggiunto.
Nel dibattito, Vittorio Saltini del Consorzio cooperative sociali ha espresso apprezzamento per “un percorso di ampio respiro e aperto, nel quale non si chiede soltanto una consultazione su documenti già preparati. Spesso – ha affermato – la pubblica amministrazione si rivolge a noi solo per chiedere riduzioni di tariffe, che poi si ripercuotono sulla tenuta delle imprese attive nel sociale”. Saltini ha proposto per gli stati generali un incontro tra cooperative sociali, amministrazione e multiutility.
Per Maurizio Baruffaldi di Coop Estense “incontrarsi e scambiarsi idee è reale democrazia e partecipazione. A promuovere il progetto è l’istituzione pubblica, mentre altre realtà come le forze politiche forse sono più in disparte. Come imprese – ha detto – dovremmo riportare un significato valoriale al centro delle azioni e dei comportamenti economici, considerando il profitto ma anche l’utile collettivo”.
Luciano Tosetti dell’Italkero ha parlato delle contraddizioni tra innovazione e tutela della proprietà intellettuale: “A volte – ha affermato – il risultato dell’innovazione tecnologica viene vanificato dalle ingenti spese legali per tutelare, all’estero, marchi e brevetti dalle contraffazioni. Non possiamo pensare tra due secoli di essere ancora riconoscenti alla Ferrari e a Pavarotti. Una maggiore tutela delle nostre imprese potrebbe avere ricadute positive su tutto il territorio”.
Duccio Cosimini della 100100 Srl è intervenuto “pensando soprattutto alle imprese che non sono qui, le piccole e piccolissime che probabilmente non hanno un bagaglio adeguato di conoscenze per reagire ai cambiamenti del mercato. L’urgenza grida – ha sostenuto – e il governo locale deve contribuire a organizzare un serbatoio di buone pratiche, modelli di marketing e strumenti immediatamente applicabili per le microimprese. A molti – ha aggiunto – serve un cambiamento di mentalità”.
Paolo Moscatti di Tec Eurolab ha posto l’accento sulla formazione delle persone, “un tema sul quale dovremmo riuscire a fare qualcosa di più, come territorio, anche per preparare quelli che saranno i dirigenti e i leader del futuro”. Marco Nichelini del gruppo S.c.e. ha evidenziato l’importanza “dell’incontro e dello scambio di idee, anche tra imprese dello stesso settore e addirittura con i concorrenti. È così che il territorio cresce e si diventa protagonisti della crescita”. Benito Gaballo del consorzio In & C ha dichiarato: “Mettersi in ascolto del territorio è il primo passo verso l’innovazione. Anche le imprese hanno il dovere di essere consapevoli delle proprie responsabilità verso il bene comune, anche nel momento di crisi”. Gaballo ha sottolineato anche l’importanza del rispetto delle regole.
Francesco Aldelli della Cmb di Carpi ha ricordato “il valore di riportare in gioco il tema del futuro della nostra comunità. Bisogna mettere in movimento le energie, non in modo plateale ma concreto, che parte dalle radici della città. Le imprese - ha detto – devono confrontarsi con tutti i portatori di interesse che influenzano e sono influenzati dalla sua attività economica”.
Andrea Ferrari del gruppo omonimo ha suggerito: “L’Amministrazione dovrebbe in primo luogo effettuare maggiori controlli, perché sono tante le imprese che hanno approfittato della crisi, per lasciare lavoratori in cassa integrazione in modo indiscriminato e magari, subito dopo, aprire una nuova azienda con un altro nome”.
Il sindaco Pighi ha concluso l’incontro riprendendo alcune delle sollecitazioni emerse, come il tema dell’inserimento lavorativo delle persone in difficoltà da parte delle cooperative sociali. “L’efficienza – ha detto – deve andare di pari passo con una qualità garantita dall’impegno dell’ente pubblico e al tempo stesso con la sostenibilità. È nostro dovere e garantire il dialogo tra sistema formativo e mondo del lavoro, vigilare sugli abusi degli ammortizzatori sociali e promuovere la responsabilità sociale delle imprese e dei territori. Dobbiamo minimizzare le ricadute sui singoli massimizzando il benessere collettivo”. Il sindaco ha infine ricordato l’importanza dell’innovazione, in particolare di enti di ricerca come Democenter-Sipe, “per il quale è in vista una grande trasformazione”, che hanno l’obiettivo di “fare da trasformatori tra energie e idee delle imprese in modo innovativo”.
Azioni sul documento