10/07/2010

STATI GENERALI, PIGHI INCONTRA 8 ASSOCIAZIONI GIOVANILI

In Municipio per "Effetto Modena" i rappresentanti di Agesci, Associazione genitori, Acli, Villa d'oro, centro culturale Alberione, Area culturale, Adac e Arci

Come coinvolgere i giovani, come rispondere ai loro bisogni e in che modo animare gli spazi urbani. Sono stati questi i principali temi dell’incontro tra il sindaco Giorgio Pighi e 8 associazioni giovanili cittadine che si è svolto in Municipio venerdì 9 luglio. Hanno partecipato rappresentanti di Agesci, Associazione genitori, Acli, Villa d’oro, centro culturale Alberione, Area culturale, Adac e Arci. Presente anche l’assessore alle Politiche giovanili Fabio Poggi.
Il sindaco ha presentato il progetto degli stati generali: “Una riflessione a tutto campo sul futuro della città che punta a coinvolgere la cittadinanza nel modo più ampio possibile. L’apporto delle associazioni giovanili – ha detto Pighi – sarà fondamentale su alcuni temi in particolare, ad esempio l’integrazione degli stranieri, che sono in larga parte giovani e spesso molto più integrati, nei fatti, di quanto non ritenga il senso comune”. L’assessore alle Politiche giovanili Fabio Poggi ha aggiunto: “Alle associazioni chiediamo un contributo di idee, ma allo stesso tempo vorremmo anche un aiuto per poter interagire con i giovani della città, diffondere tra loro idee e documenti e coinvolgerli direttamente negli incontri, andando in giro per le strade e per i luoghi di aggregazione”.
Nel corso del dibattito, Michela Iorio ha espresso l’interesse di Arci “a coinvolgere i giovani su temi quali la fruizione e la produzione culturale, le possibilità di studio, l’accesso al mondo del lavoro”. Secondo Alessandro Battani della Villa d’oro “è interessante capire, in particolare per una società come la nostra che ha 105 anni di storia, cosa lasciamo in eredità ai giovani in un momento di forte individualismo e personalismo”. Andrea Zivieri dell’Agesci si è detto “incuriosito verso una modalità di progetto che non si ferma alla dimensione temporale del breve periodo. Quanto saremo in grado di collaborare lo scopriremo sul campo – ha affermato – ma vedo alcuni temi di grande interesse, dalla tutela dell’ambiente alla legalità”. Secondo Adriano Primo Baldi dell’Adac “negli anni raramente sono state prese in considerazione le proposte dell’associazionismo, a meno che non fosse quello più vicino al proponente. Se tutto questo cambia, non può essere che un vantaggio per la città. Da parte di un ente pubblico – ha aggiunto – non ci può essere un atteggiamento unilaterale”. Baldi ha espresso anche perplessità perché “Modena si sta notevolmente cementificando”.
Vincenza Toto dell’Associazione genitori ha espresso preoccupazione “per le poche possibilità che i nostri figli si trovano davanti, ma di questa situazione la responsabilità è anche nostra. Il disagio giovanile – ha aggiunto – nasce dalle famiglie, dalla scuola e anche dalle difficoltà del sociale”. Giuseppe Mulas dell’Acli si è detto “positivamente impressionato da un percorso strutturato come questo, che guarda al futuro e non all’immediato. L’associazione che rappresento – ha detto – ha un’assoluta apertura per questo progetto, sia per l’importanza dei temi, sia perché tra i pilastri che sostengono l’Acli ci sono chiesa, lavoro, democrazia e futuro”. Carlo Sabbadini dell’associazione Area culturale ha parlato dell’importanza “della creatività e della bellezza” raccontando la nascita delle gallerie d’arte in via Carteria e la trasformazione prodotta nel tessuto sociale del quartiere. “La città – ha detto – è fatta di servizi, ma anche di elementi vivi e vitali che fanno sentire le persone a casa propria”. Giuseppe Savastano del centro culturale Alberione ha stigmatizzato “la difficoltà nel coinvolgere i giovani, anche in una città come Modena in cui c’è comunque una forte abitudine alla partecipazione”.
“Temi come quello dell’urbanistica – ha detto Pighi concludendo l’incontro - sono esplosi a tal punto che è difficile confrontarsi sul merito. Sul numero degli abitanti, ad esempio, sono convinto che la società possa cambiare, ma che la dimensione attuale sia quella ottimale per la nostra città”.
 

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