Coordinare i livelli istituzionali per offrire nuove risposte politiche e amministrative: è una delle esigenze emerse dall’incontro degli stati generali “Effetto Modena” che si è svolto in Municipio lunedì 12 luglio. All’appuntamento, parte di un percorso annuale di consultazione sul futuro della città, il sindaco Giorgio Pighi ha convocato tutti i consiglieri regionali e i parlamentari eletti a Modena, ma all’invito hanno risposto soltanto gli eletti del Partito Democratico: i senatori Giuliano Barbolini e Mariangela Bastico, i deputati Ricardo Franco Levi e Ivano Miglioli, i consiglieri regionali Palma Costi e Stefano Bonaccini e il presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Matteo Ricchetti. Presenti anche gli assessori all’Urbanistica Daniele Sitta, all’Ambiente Simona Arletti e al Patrimonio Fabio Poggi. Il sindaco ha introdotto il progetto presentando tempi e metodologie ed evidenziando “la priorità del tema del welfare, in un ventaglio di argomenti che sono tutti strategici per il futuro della nostra città e che comprendono lavoro e sviluppo, coesione sociale e urbanistica”.
Il primo commento è stato di Stefano Bonaccini, che ha espresso “preoccupazione per i tempi del percorso: di fronte a una manovra che metterà in grave difficoltà gli enti locali e a questioni che si presenteranno tra pochi mesi, le scelte strategiche arriveranno tra un anno. La vocazione dell’Emilia-Romagna – ha detto – non è la decrescita felice ma la crescita, ed è necessario creare nuove filiere industriali perché all’uscita dalla crisi molti posti di lavoro non si recupereranno”. Il sindaco Pighi ha replicato alla questione dei tempi osservando: “Welfare e capitale sociale sono cruciali e la sfida è cercare risposte lungimiranti anziché guardare soltanto all’immediato”.
Secondo Palma Costi “il tema chiave è quello dello sviluppo e del lavoro, base per costruire la ricchezza e per rendere sostenibile lo stato sociale. Alcuni temi – ha aggiunto – vanno discussi a livello provinciale, considerando anche quale vuole essere il nostro ruolo all’interno dello sviluppo regionale: penso alla ‘green economy’, ma anche all’investimento sull’università e sulla ricerca”. Per Matteo Ricchetti “questo dovrebbe essere un primo tentativo di ragionare sulla città del futuro, in un momento in cui le difficoltà di elaborazione sono massime, in tutte le sedi politiche e istituzionali. Modena – ha sostenuto – deve riuscire a raggiungere una visione comune e imparare a rivolgersi alle nuove generazioni. Probabilmente anche la nostra città ha bisogno di qualcosa che sia come l’intervento dell’architetto Calatrava per Reggio Emilia o l’Authority alimentare per Parma”.
Giuliano Barbolini ha detto: “Ci sono molte variabili che non possiamo prevedere: quanti saranno i tagli agli enti locali, in cosa consisterà il federalismo, quale sarà, in autunno, la situazione occupazionale. Nella mia esperienza, è il Comune, grazie alla sua vicinanza ai cittadini, che sa dare gli spunti per l’azione politica anche ad altri livelli”. Barbolini ha inoltre posto l’accento sulla “grande opportunità di riprogettare un quarto del territorio urbano” con lo spostamento della linea ferroviaria storica. Per Mariangela Bastico “gli stati generali devono essere un atto di umiltà e ascolto, perché la coralità nella ricerca di soluzioni fa parte della nostra cultura. In questa crisi – ha aggiunto - non possiamo permetterci di aumentare la pressione fiscale. Dobbiamo, invece, creare una lista condivisa di priorità. Tra i temi su cui bisogna interrogarsi – ha concluso – ci sono l’investimento sui saperi, il rilancio del turismo locale e i nostri standard di servizi, dalle case protette al tempo pieno”.
Secondo Ivano Miglioli “è importante chiedere contributi esterni per guardare alla città senza gli occhi della contingenza, tenendo però presenti - ha aggiunto – anche le problematiche locali. Modena risente particolarmente della crisi anche per la sua struttura industriale: ogni 9 abitanti c’è un’impresa e oggi abbiamo un tasso di disoccupazione per noi inedito. Negli anni Cinquanta e Sessanta – ha ricordato Miglioli – abbiamo creato i villaggi artigiani e oggi serve un’idea progettuale per rilanciare le nostre filiere produttive e il sistema Modena nel suo complesso”.
Secondo l’assessore all’Urbanistica Daniele Sitta, “corriamo il rischio che la discussione sia travolta dalla contingenza economica e sociale. Serve un confronto con i diversi livelli istituzionali – ha aggiunto - per decidere insieme la destinazione delle risorse. Il Comune sta investendo sul polo tecnologico di Cittanova e sul turismo legato ai motori e al bel canto. In ambito urbanistico – ha concluso – vogliamo puntare al riuso più che al consumo del territorio, ma per fare edilizia sociale le riqualificazioni non bastano”. L’assessore all’Ambiente Simona Arletti ha evidenziato l’importanza del percorso “per trovare insieme alla cittadinanza nuovi modi di mantenere il nostro benessere e un buon grado di soddisfazione su quanto offre Modena, in termini di lavoro ma anche di tempo libero, di cultura e di qualità di vita”.
Tra gli argomenti emersi nel dibattito anche la necessità di un lavoro coordinato tra le istituzioni per ridurre al minimo la burocrazia per cittadini e imprese. “A vari livelli istituzionali, in modo particolare con la Regione – ha concluso il sindaco- serve un confronto costante per gestire al meglio le risorse che abbiamo a disposizione”.
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