“Il sesto continente” come spazio di incontro tra culture, tra discipline artistiche, tra reperti antichi e suggestioni contemporanee: si intitola così la mostra dei giovani artisti modenesi Simone Fazio, Adriana Jebeleanu e Aldo Soligno, che sabato 15 maggio alle 19.30 inaugura nelle sale etnografiche del Museo civico archeologico etnologico di Modena (viale Vittorio Veneto 5). “Il sesto continente” fa parte dell’edizione 2010 di “Gemine muse”, iniziativa nazionale che coinvolge 120 giovani artisti e 30 curatori in 22 città italiane, facendo dialogare l’arte contemporanea con le collezioni dei musei. L’inaugurazione della mostra rientra nel panorama della “Notte dei musei” e vedrà le sale espositive restare aperte fino a mezzanotte, con un accompagnamento musicale dell’Africa dell’ovest curato dal gruppo Afrikainpoi. “Il sesto continente”, promossa dall’ufficio Giovani d’arte del Comune di Modena, curata da Fulvio Chimento e Antonella Malaguti, resterà aperta fino al 18 luglio.
Il progetto espositivo, pensato per la sezione etnologica del Museo civico, punta sulla capacità del linguaggio dell’arte di andare al di là dei confini ideologici e di conoscere “l’altro”, con un approccio simile a quello dell’antropologia e dell’etnologia.
L’opera del modenese Simone Fazio si articola in due tele pittoriche di grande formato, disposte frontalmente, che rappresentano il duplice volto dell’espressione artistica: razionalità e istinto. Le modelle, ritratte in una posa che ricorda il celebre quadro klimtiano “Nuda veritas”, stringono tra le mani un cuore insanguinato al posto dell’ottocentesca lente di ingrandimento. La “Nuda veritas” di Fazio rappresenta la consapevolezza della comunanza tra tutti gli uomini, che sotto le peculiarità fisiche e intellettuali condividono comuni antenati e lo stesso sangue.
L’artista romena Adriana Jebeleanu propone “I will forget about you”, un video ambientato in Transilvania, in una foresta morta tra i monti Carpazi. Cento camici bianchi provenienti da un ricovero per anziani sono appesi tra i rami e il sottofondo sonoro diffonde un mormorio di voci sovrapposte. Una metafora, secondo l’artista, della condizione esistenziale dei paesi dell’Est Europa, prima e dopo la caduta del muro di Berlino. Nella sala l’artista dispone anche un tappeto di foglie, il corpo comune dei ricordi passati, deperibile e anch’esso destinato all’oblio.
Il napoletano Aldo Soligno nell'opera “Evolution?” mette a confronto due foto scattate in luoghi diversi e distanti tra loro: la prima, ambientata in Brasile, raffigura un bambino su una piroga presso il Lago do Silencio, nella seconda un uomo adulto è poggiato a un check point che divide Gerusalemme da Ramallah. Il reporter modenese intende così evidenziare la mancata corrispondenza tra confini ideali e confini ideologici.
La sezione etnologica del Museo civico archeologico etnologico di Modena nasce nel 1875 come complemento delle raccolte archeologiche che in quegli anni venivano portate in luce nel territorio. Dopo un primo acquisto di oggetti degli Indios dell’America del Sud, le raccolte etnografiche si accrebbero principalmente con donazioni, come la collezione del Perù precolombiano presentata nella seconda sala, e soprattutto attraverso scambi con il Museo preistorico etnografico fondato a Roma da Luigi Pigorini. Da quel museo provengono importanti nuclei dei settori dell’Asia e dell’Africa e anche la Raccolta Loria della Nuova Guinea, estrapolata da una più vasta collezione che, con i diari di viaggio dell’esploratore e duemila lastre fotografiche, è ancora oggi conservata presso il museo romano.
L’idea di “Gemine muse” è di far dialogare l’arte contemporanea e le proposte di giovani artisti con i musei e i luoghi di cultura della città, fra innovazione e tradizione. Giunta alla settima edizione, “Gemine Muse” rientra nel programma Italia creativa, a cura del dipartimento della Gioventù della presidenza del Consiglio dei ministri in collaborazione con l’Associazione nazionale comuni italiani, il Gai (associazione per il Circuito dei giovani artisti italiani) e Cidac (associazione delle Città d'arte e cultura). “Gemine Muse”, con oltre 200 mila visitatori l’anno, punta a consolidare la collaborazione tra istituzioni e aumentare il pubblico dei musei attirando nuove tipologie di visitatori.
Il sito Giovani d’arte (www.comune.modena.it/gioarte) riporta le schede sulle opere in mostra a Modena e sul sito del Gai (www.giovaniartisti.it) si trovano approfondimenti e curiosità sull’iniziativa. Il Museo civico archeologico etnologico è aperto con ingresso gratuito dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12, il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
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