“Perché non soltanto contribuisce a migliorare il senso di accoglienza e ospitalità, e dunque anche l’efficacia terapeutica di una struttura che è luogo di sofferenza e guarigione, ma istituisce e costruisce un rapporto diretto tra cura e cultura. La cultura e l’arte, a mio parere, dovrebbero avere sempre a che fare con la vita. Questo significa che secondo me – ha concluso Alperoli - arte e cultura devono invadere gli spazi della nostra vita quotidiana riuscendo ad uscire dagli spazi preposti. Questa è una direzione di lavoro che sicuramente va rafforzata nei prossimi anni. E va sottolineato anche come questa esperienza del Policlinico, che non sarebbe stata possibile senza il progetto “Giovani d’Arte” del Comune, dia occasioni concrete di esprimersi a tanti giovani artisti”.
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