Approdano in Consiglio comunale le dieci domande rivolte all’assessore alla Pianificazione territoriale Daniele Sitta dalle associazioni ambientaliste Wwf, Lega Ambiente e Italia Nostra in merito al documento “Modena Futura”. A proporre il tema è stata un’interrogazione presentata da Eugenia Rossi (Idv) che chiedeva al sindaco di dedicare un dibattito consiliare alle problematiche sollevate dalle tre associazioni per chiarire programmi e orientamenti delle forze politiche di maggioranza e di opposizione sullo sviluppo della città. “Non chiedo che si parli ora di Modena Futura – ha precisato la consigliera - ma che ci venga data l’occasione per farlo”.
“Modena Futura” è solo un documento teorico utile a fini di una riflessione culturale sullo sviluppo della città ma scevro da qualsiasi intento programmatico amministrativo, ha affermato il sindaco. Il primo cittadino ha anche sottolineato come il dibattito culturale sullo sviluppo della città si possa sviluppare nell’aula del Consiglio comunale, ricordando che l’argomento verrà affrontato in modo concreto e approfondito all’interno degli Stati generali che coinvolgeranno tutte le componenti economiche, sociali e i cittadini.
L’interrogazione è stata trasformata in interpellanza da Andrea Galli (Lega Nord) che è entrato nel merito delle domande: “Importanti – ha affermato il consigliere - perché pongono all’attenzione di tutti la questione di un piano di ampliamento della città di cui non eravamo a conoscenza e che arrecherà una serie di problemi: dalla cementificazione al traffico, dai servizi per i nuovi cittadini al problema del lavoro; questioni di una gravità inaudita”. Sulla stessa linea il consigliere Vittorio Ballestrazzi (Modena 5 stelle) che si è chiesto “perché non si sia sentito il bisogno di chiamare e ascoltare nelle Commissioni consiliari competenti i rappresentanti delle tre associazioni che da anni si battono per la tutela dell’ambiente, anche in segno di rispetto ai cittadini che ne fanno parte.” Per quanto riguarda il contenuto delle domande il consigliere ha parlato di compravendite poco chiare di terreni agricoli in via Contrada e ha invitato l’Amministrazione a fugare ogni dubbio, anche attraverso un’istruttoria pubblica. Per Sergio Celloni (Mpa) “esiste un problema di incremento demografico e di sviluppo della città, ma sarebbe più importante che se ne parlasse attraverso la riqualificazione dei contenitori dismessi piuttosto che attraverso nuove edificazioni. Il rischio è che i progetti restino sulla carta”, ha ammonito citando l’esempio dell’ex Amcm. Giancarlo Pellacani (Pdl), che ha tra l’altro ha annunciato l’uscita imminente di un documento su come il suo partito vede la Modena del futuro, ha criticato le scelte urbanistiche dell’amministrazione: “Il mondo è cambiato e utilizzare strumenti vecchi nella pianificazione urbanistica è un grosso limite, come inadeguato è stato il modello dei Peep e dei Piip. La scelta delle politiche urbane negli ultimi 20 anni è stata votata al consumo del territorio per rispondere a logiche consumistiche come dimostra il proliferare di centri commerciali”.
Per la maggioranza è intervenuto Paolo Trande (Pd) precisando che Modena Futura è un contributo analitico e di riflessione emerso da una lettura storica, ma non è il documento programmatico sul quale costruire il futuro della città. E’ un valido contributo - ha precisato - che non dice che Modena deve raggiungere 250mila abitanti, ma che la città è destinata a crescere se si pensa di trattenere i mille giovani che ogni anno emigrano nei comuni limitrofi.
Nell’intervento conclusivo, Eugenia Rossi ha accolto la proposta del sindaco: “Vanno benissimo gli Stati generali - ha affermato la consigliera - va bene tutto pur che se ne parli, anche se secondo me il progetto di Modena futura è devastante sul piano ambientale, pericoloso su quello sociale e per nulla lungimirante”. La Rossi ha anche chiesto che “come primo atto di buona volontà” sia fornita la documentazione sulla vendita di 700mila metri quadrati di terreno nella zona sud di Modena.
In sede di replica, il sindaco Giorgio Pighi ha ricordato che i trasferimenti immobiliari vengono inseriti nel registro della Conservatoria e il Catasto ne prende atto dopo un certo tempo, ma né l’uno né l’altro sono uffici comunali. Incrociando i dati del Catasto con quelli della Camera di commercio è possibile risalire a chi abbia effettuato la compravendita.
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