L’ufficio scolastico di Modena non conduce alcun censimento degli alunni stranieri paragonabile a quello avviato a Caserta, dove l’ufficio scolastico ha richiesto con una circolare dati dettagliati sugli alunni stranieri, sulla loro origine, sulla conoscenza della lingua italiana e sull’andamento scolastico.
Lo ha precisato in Consiglio comunale l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè, sollecitata dall’interrogazione del Pd “Censimento di massa degli alunni stranieri e nomadi (con il sospetto di schedatura) in provincia di Caserta”. Nell’illustrare l’interrogazione, il consigliere William Garagnani ha ricordato l’azione intrapresa in Campania sottolineando che “la richiesta della Prefettura di Caserta si può configurare come una grave pressione sul vissuto di minori che da un simile censimento non potranno non sentirsi discriminati e schedati”. Il consigliere ha quindi fatto riferimento a una situazione ritenuta “discriminante”, determinata dal Pacchetto sicurezza per quanto riguarda l’impossibilità di iscrivere al nido d’infanzia i bambini irregolari.
“Per quanto riguarda il nido d’infanzia la situazione è molto complessa: credo che la norma sia odiosa ma che le istituzioni non debbano violare la legge”, ha detto l’assessore Querzè, che ha sollecitato una soluzione urgente di carattere politico. “Nella prima versione del pacchetto sicurezza i dirigenti scolastici avevano l’obbligo di denunciare i clandestini, davanti a questa situazione la scuola intera si è mossa e la legge è stata cambiata, non per i nidi d’infanzia che rientrano nell’ambito sociale. Occorre che i partiti si muovano per arrivare a una soluzione simile a quella raggiunta per la scuola”, ha concluso l’assessore.
Il consigliere Garagnani ha concentrato la sua replica su quest’ultimo tema: “E’ vero che in Italia il nido è considerato erroneamente una sorta di ‘badantato’, ma non a Modena – ha affermato – dove il nido è stato sempre considerato un parte fondamentale del sistema scolastico. Quindi – ha concluso - di fronte a questa realtà penso che si debba sfidare la legge che crea una discriminazione”.
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