“Mi chiamo Antonio Simonazzi, sono un pittore… oserei dire piuttosto bravo e, ai miei tempi, anche molto conosciuto in città”. Comincia così il libro “Luce e colore. Antonio Simonazzi, Santa Cecilia e… dintorni”, realizzato dal Museo civico d’arte di Modena. Per tre anni i bambini della quinta A della scuola elementare Anna Frank hanno seguito il restauro della Pala di Santa Cecilia, custodita alla Chiesa del Voto. Accompagnata dalla restauratrice Cristina Russo Verbini e dagli operatori del Museo, un’intera classe ha scoperto passo dopo passo le più belle testimonianze dell’arte ottocentesca modenese, la magia della luce e del colore e le tecniche di intervento per restituire i quadri antichi al loro aspetto originario. Un’esperienza che, secondo le parole dei ragazzi “ha colorato di vivacità la nostra vita” e “ci ha fatto scoprire il fantastico mondo dell'arte”, al termine della quale la quinta A ha simbolicamente “adottato” l’opera: la pala di Antonio Simonazzi (1824-1908) che ritrae la patrona della musica nell’atto di suonare, sormontata da angioletti che reggono un pentagramma. Il percorso didattico realizzato fa parte del progetto "La scuola adotta un monumento", promosso dall'assessorato all'Istruzione del Comune di Modena e dall'associazione degli Amici dei musei e dei monumenti modenesi, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Il volume “Luce e colore”, realizzato con il coordinamento di Luana Ponzoni, è in vendita a 12 euro al punto informativo del Palazzo dei Musei in viale Vittorio Veneto 5.
Colorato e illustrato, il libro descrive con un linguaggio semplice la storia e le opere di Simonazzi, del suo maestro Adeodato Malatesta e dei principali monumenti dell’Ottocento modenese. Con foto, testimonianze dei bimbi e giochi interattivi, il libro ripercorre poi l’esperienza didattica: dopo il lavoro in classe sui colori primari, secondari, caldi e freddi, i bambini hanno visitato la Chiesa del Voto, scoperto l’opera di Antonio Simonazzi e del suo maestro Adeodato Malatesta, analizzato il dipinto di Santa Cecilia ancora da restaurare, individuato i punti sui quali la restauratrice sarebbe intervenuta. Nel laboratorio di Cristina Russo Verbini hanno sperimentato in prima persona i procedimenti utilizzati: pulitura, stuccatura, reintegrazione pittorica, mettendosi alla prova con la tecnica del “rigatino” e sottili tratteggi ad acquerello su dipinti dell’Ottocento di proprietà della restauratrice. Nel laboratorio del Palazzo dei Musei hanno preso contatto con antichi materiali pittorici, con i supporti, il trattamento preparatorio, i pigmenti e i leganti naturali. “Mi è piaciuto tantissimo pulire il quadro”, scrive ancora una bambina. “In questi tre anni ho capito bene cos'è la pittura e il restauro e mi sono sempre emozionata”, commenta un’altra. E infine: “Sono orgogliosa di questa esperienza e di avere conosciuto la restauratrice del quadro di santa Cecilia”.
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