Abiti antichi, preziosi ricami, illustrazioni d’epoca e installazioni contemporanee: sono alcune delle proposte culturali di Modena per il mercoledì festivo dell’8 dicembre. Ecco, in sintesi, i principali appuntamenti.
Arte. Nella sala Gandini del Palazzo dei musei, in viale Vittorio Veneto 5, frammenti di rari tessuti antichi dialogano con l'arte contemporanea di Sabrina Mezzaqui, in un’installazione realizzata in collaborazione con la Galleria civica. Il lavoro dell’artista bolognese, la cui ricerca si concentra sulla gestualità lenta e paziente del ricamo e del cucito, si intitola "La realtà non è forte". Ai visitatori il compito di scoprire le opere contemporanee mimetizzate tra gli oltre 2mila 500 frammenti della collezione Gandini. Sempre al Museo ha recentemente inaugurato un percorso sensoriale dal titolo "Con/tatto" dedicato al velluto. L'allestimento punta a far conoscere un tessuto noto in Europa dal Nono secolo, ma battezzato con il nome attuale solo nel Trecento, offrendo la possibilità di toccarne campioni per sperimentare la qualità tattile e apprezzarne da vicino i motivi decorativi. Mercoledì 8 è infine l’ultimo giorno per visitare la mostra di abiti e uniformi originali del Settecento e dell'Ottocento (Palazzo dei musei, viale Vittorio Veneto 5, ingresso gratuito dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, informazioni al numero 059 2033101).
Arte contemporanea. Opere che occupano ciascuna una sala, per sottolineare un rapporto intimo con lo spettatore. Artisti come Anish Kapoor, Chen Zhen, Vittorio Corsini, Richard Long, Wael Shawky. Gli ambienti restaurati della Palazzina dei Giardini e le sale di palazzo Santa Margherita in corso Canalgrande. Sono gli ingredienti della mostra “Lo spazio del sacro”, curata dal nuovo direttore della Galleria civica Marco Pierini e aperta fino al 6 marzo. Coprodotta dalla Fondazione cassa di risparmio, presenta la riflessione sul tema del sacro di artisti contemporanei internazionali. Aperta dalle 10.30 alle 19 (palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103).
Museo della figurina. Il destino, la sorte, gli astri e la superstizione raffigurati in oltre 300 illustrazioni d'epoca accompagnate da frasi enigmatiche e antichi strumenti astronomici sono al centro della Mostra "Il gioco delle sorti: miti, astri e figurine", aperta con ingresso gratuito sabato, domenica e lunedì al Museo della figurina in corso Canalgrande 103 (dalle 10.30 alle 18, www.museodellafigurina.it). Curata da Sonia Cavicchioli, l'esposizione comprende figurine, calendarietti, giornalini per ragazzi, ma anche stampe rare, libri antichi e riproduzioni di opere d'arte. Il percorso analizza il rapporto fra gli uomini e il destino, le rappresentazioni in chiave mitica degli astri e la necessità di dare nome a ciò che contrasta o favorisce la vita di ogni uomo: la fortuna.
Archeologia. Al Palazzo dei musei è aperto dalle 8.30 alle 18, il Lapidario romano che espone le testimonianze monumentali delle necropoli di Mutina: dall'imponente ara di Vetilia, ormai divenuta il simbolo della città romana, al fregio con corteo di divinità e mostri marini, rinvenuto nel 2007 in via Emilia Est. Al Museo civico archeologico etnologico prosegue la mostra fotografica collegata al progetto "Choose the Piece: il Museo della città come luogo di dialogo interculturale". I ritratti di Paolo Terzi documentano l'incontro fra il Museo e un gruppo di migranti del Centro territoriale permanente di Modena, ai quali è stato proposto di adottare simbolicamente i più significativi reperti della raccolta archeologica (Palazzo dei musei, viale Vittorio Veneto 5, ingresso gratuito dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, informazioni 059 2033101).
Municipio. Le sale storiche del Palazzo comunale sono aperte dalle 9 alle 19 (con possibilità di visite guidate) e lunedì primo novembre dalle 9 alle 13. Nel Camerino dei confirmati, saletta decorata nel 1770 da Antonio Carbonari e Girolamo Vannulli, è conservata la Secchia rapita, sottratta, secondo la tradizione, dai modenesi ai bolognesi nel 1325 e ispiratrice del poema eroicomico di Alessandro Tassoni. Dal Camerino si accede alla Sala del Fuoco, adornata dagli affreschi di Nicolò dell'Abate (realizzati nel 1546) che raffigurano la guerra di Modena del 43 a.C. La seicentesca Sala del Vecchio Consiglio ospita gli stalli dei Conservatori e il gonfalone dipinto da Ludovico Lana nel 1633. I dipinti del soffitto narrano episodi della vita di san Geminiano. Dalla Sala del Vecchio Consiglio si raggiunge la Sala degli Arazzi con le sue settecentesche tele che raffigurano la preparazione e la firma del Trattato di pace di Costanza.
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