“Il messaggio degli studenti è arrivato forte e chiaro. Ora tocca a noi adulti comprendere e interpretare le loro istanze e tocca ai partiti e alle istituzioni trasformare la protesta in azione politica e atti concreti”.
Il sindaco di Modena Giorgio Pighi interviene sul dissenso espresso dai giovani nei confronti della legge di riforma presentata dal ministro Gelmini, che ha portato in questi giorni all’occupazione di molte scuole medie superiori modenesi.
“Gran parte delle ragioni della protesta sono non solo condivisibili, ma assolutamente appropriate, anche se talvolta le modalità possono essere discutibili”, spiega il sindaco. “Gli studenti hanno avuto il merito di superare una sorta di rassegnata impotenza che sembrava aver colto un po’ tutti - la politica, i sindacati, le stesse componenti della scuola - di fronte all’ineluttabile disastro rappresentato dalla cosiddetta riforma Gelmini”.
A giudizio di Pighi, il movimento degli studenti evidenzia “maturità e fermezza, qualità che sicuramente avranno modo di esprimersi ancora con nuove iniziative e proposte nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Con la vigorosa protesta di questi giorni, i giovani hanno suonato la sveglia ed è per questo che oggi chiedo loro di superare questa fase, di rientrare nelle aule e di proseguire assieme a noi, ai loro insegnanti e ai loro genitori, la battaglia per respingere l’idea di scuola, vecchia e discriminante, che si configura nel progetto del Governo, incapace di dare risposte che costruiscano per i giovani un futuro con meno precarietà ed incertezze, maggiori opportunità e sicurezze”. Mentre si colgono “i segnali di una consapevole maturità da parte degli studenti, è necessario – prosegue Pighi - che le istituzioni sappiano valorizzare i contenuti delle iniziative evitando ogni chiusura e strascico”.
Nei prossimi giorni il sindaco impegnerà la Giunta a seguire con attenzione gli sviluppi, inviterà il Consiglio comunale a fare lo stesso e solleciterà un’azione comune dei sindaci dell’Emilia-Romagna: “Dico agli studenti che ci siamo svegliati e che non hanno più bisogno di occupare le scuole per evidenziare i loro problemi perché quei problemi sono ora diventati di tutti e insieme dobbiamo trovare le giuste soluzioni. Non si tratta di fare qualcosa per i giovani – conclude Pighi – ma insieme ai giovani”.
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