“Abbiamo sollecitato Aipo, ente competente per la pulizia e la gestione del Panaro, a rimuovere il materiale rimasto incastrato in prossimità del ponte di stradello Romano. I lavori sono iniziati lo scorso 22 novembre e, dopo un’interruzione a causa dei livelli idrometrici sfavorevoli per condurre le operazioni in sicurezza, sono ripresi non appena le condizioni atmosferiche lo hanno permesso”. E’ la risposta che l’assessore all’Ambiente Simona Arletti ha dato ieri, lunedì 29 novembre, in Consiglio comunale all’interrogazione, trasformata in interpellanza, del consigliere Michele Andreana del Pd, volta a conoscere i tempi della rimozione del tappo di alberi e rifiuti formatosi nel fiume Panaro dopo le precipitazioni di inizio novembre.
Il consigliere ha affermato di aver fatto un sopralluogo nella giornata di ieri e di aver verificato che l’intervento era stato effettuato, ma ha comunque presentato in Aula l’interrogazione segnalando la preoccupazione dei residenti per eventuali esondazioni in caso di ulteriori perturbazioni.
L’assessore Arletti ha precisato che la gestione dei fiumi Secchia e Panaro spetta ai tecnici Aipo, cui competono interventi di ripristino, officiosità idraulica e sicurezza. “A loro chiederemo la verifica sugli effetti causati dal tappo di materiale sulle sponde e sulla struttura del ponte ciclopedonale, così come il ripristino delle condizioni del ponte e dell'alveo”, ha affermato. Sul tema della funzionalità delle casse di espansione del Panaro, Arletti ha precisato che, dopo l’incontro pubblico che si è svolto in luglio, è previsto “un secondo momento pubblico con Circoscrizione 2, Aipo e Regione Emilia-Romagna per illustrare le proposte volte a migliorare la capacità di risposta delle casse anche ad eventi di minore rilevanza rispetto alle grandi piene per cui è stata progettata”. L’assessore ha infine precisato che “anche grazie al lavoro svolto dalle Amministrazioni comunale e provinciale, Aipo ha messo in atto investimenti urgenti sulla sicurezza di Secchia e Panaro per 2 milioni e mezzo di euro, con l’obiettivo di alzare e rinforzare gli argini dei diversi tratti a rischio nel territorio modenese”.
Per William Garagnani, Pd, l’ostruzione del Panaro “è stata eliminata in ritardo causando profonde erosioni, tanto che in alcuni punti il fiume è raddoppiato. Le condizioni delle casse di espansione del Panaro, incompiute da una decina di anni, sono molto precarie e le alluvioni possono tornare. Chiedo che venga fatto il punto della situazione in Commissione di fronte agli enti coinvolti”.
Anche Sandro Bellei, Pdl, ha espresso preoccupazione: “Quel punto è critico da sempre, le esondazioni sono ormai all’ordine del giorno”, ha detto. “Si è creata una sorta di bacino naturale, con notevole danno per gli abitanti della zona. Il problema è annoso e risale anche a periodi in cui i Governi erano diversi da quello attuale”.
Vittorio Ballestrazzi ha sottolineato come il Panaro sia considerato “uno dei punti più critici dell’Emilia-Romagna a causa delle escavazioni. La cassa di espansione non può essere la soluzione ad ogni problema, bisogna partire da un’ottica di sistema. Il Consiglio comunale può fare una mozione condivisa per bloccare le escavazioni inutili, eliminare la cementificazione, per non impattare ancora di più sul territorio agricolo”.
Nella replica, Michele Andreana ha dichiarato soddisfazione per l’impegno dell’assessorato nel rimuovere la situazione di rischio “e per la volontà di dare continuità al confronto con il comitato dei cittadini di Modena est. Rispetto al futuro – ha aggiunto il consigliere – credo non si possa contrapporre l’esigenza dello sviluppo a quella della sostenibilità ambientale. Altri organismi pubblici devono fare la loro parte”.
Anche Simona Arletti, nel suo intervento conclusivo, ha condiviso l’idea che “la sicurezza idraulica non possa essere messa in contrapposizione con lo sviluppo di un territorio”. L’assessore ha inoltre dato disponibilità a organizzare una Commissione sul tema con gli enti interessati.
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