05/11/2010

MEDICINA, "SERVONO PIU' POSTI PER GLI SPECIALIZZANDI"

L'assessore Maletti ha risposto a un'interrogazione del consigliere Pini (Pd): "Per le scuole post laurea la Giunta può solo chiedere l'intervento della Regione"

“Contro la delocalizzazione delle Scuole di specialità mediche post-laurea la Giunta comunale può solo chiedere alla Regione Emilia-Romagna il finanziamento di posti aggiuntivi per gli specializzandi, soprattutto per figure mancanti nel nostro territorio, come i pediatri, in modo che le sedi modenesi continuino, di fatto, a funzionare”.
Lo ha detto l’assessore alle Politiche sociali, Francesca Maletti, rispondendo all’interrogazione illustrata al Consiglio comunale nella seduta di giovedì 4 novembre da Luigi Alberto Pini (Pd) e trasformata in interpellanza.
Il consigliere del Pd ha spiegato che la “apparente razionalizzazione” operata dal ministro Gelmini ha causato “la chiusura di molte scuole con basso numero di iscritti per concentrare gli studenti nelle sedi maggiori e ha di fatto spostato fuori Modena 17 scuole di specializzazione”. Pini ha quindi chiesto alla Giunta “quali misure intende adottare per favorire la permanenza in città delle attività delle Scuole di specializzazione e se intenda attivarsi presso l’assessorato regionale per chiedere l’assegnazione di più posti, in modo da riaprire quelle delocalizzate”.
“La nuova normativa – ha spiegato l’assessore Maletti - prevede l’accorpamento delle scuole, ma lascia invariato il numero degli specializzandi: 5 mila. Inoltre, elimina solo la sede amministrativa, mentre l’attività formativa continua a svolgersi nelle sedi modenesi dell’Azienda sanitaria locale e del Policlinico. Nulla però vieta che in futuro le scelte del Comitato possano indirizzarsi verso altre aziende sanitarie. Quello che possiamo fare – ha precisato l’assessore - è promuovere la qualità dell’offerta nelle sedi modenesi per indurre la Regione a finanziare posti aggiuntivi. L’assenza degli specializzandi si tradurrebbe in un impoverimento delle nostre strutture sanitarie, ma non si può pensare che essi svolgano il lavoro clinico al posto degli strutturati”.
Giancarlo Pellacani (Pdl) ha sottolineato che la riorganizzazione, “peraltro determinata non dalla Gelmini, ma da una serie di provvedimenti legislativi di Governi di segno politico diverso”, interviene contro il proliferare di scuole “prive di standard e requisiti medi ed è doverosa perché prevede un corpo docente e strutture adeguate, mentre molte scuole erano diventate centri di potere professionale rispondenti solo agli interessi dei docenti”, ha detto il consigliere. Inoltre, “quelle attive che non rispondono ai criteri non sono scomparse, come dimostra il caso modenese: Modena è capofila di 13 organizzazioni e ha mantenuto le scuole più importanti”. Pellacani ha infine suggerito: “Si potrebbe chiedere al sindaco di farsi parte in causa presso l’assessorato regionale, affinché vigili sulla bontà delle scuole e sulla conservazione di alti livelli di preparazione”.
In conclusione, Luigi Alberto Pini si è detto parzialmente soddisfatto della risposta dell’assessore: “Sono d’accordo sul fatto che la qualità delle scuole si riflette direttamente sull’assistenza ed è vero che anche a Modena ne sono state fatte alcune non rispondenti agli standard fissati dall’Unione europea, ma la riorganizzazione è andata spesso a beneficio dei grandi atenei e a scapito dei medio-piccoli. Poiché l’applicazione delle norme non sarà indolore per la nostra città – ha concluso il consigliere - possiamo sollecitare la Regione a farsi carico delle scuole che necessitano di un ampliamento”.
 

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