Ieri, alle ore 11, presso la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, alla presenza del Direttore Arch. Carla Di Francesco, si sono riuniti il Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, Dott. Luigi Malnati, il Soprintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, Arch. Paola Grifoni, il Sindaco di Modena, Avv. Giorgio Pighi, l’assessore Daniele Sitta, i rappresentanti degli uffici tecnici del Comune di Modena, dell’impresa ModenaParcheggi, incaricata della realizzazione del parcheggio presso l’area Novi Sad a Modena, e della Cooperativa Archeologia di Firenze, incaricata dell’esecuzione degli scavi archeologici, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici.
Esaminata congiuntamente la situazione degli scavi archeologici tuttora in corso e delle emergenze attualmente messe allo scoperto e già rilevate e documentate in modo completo o parziale, sono stati presentati da parte dell’Amministrazione comunale di Modena un progetto preliminare relativo all’eventuale valorizzazione dei reperti archeologici nell’area superficiale del parcheggio Novi Sad, e da parte delle imprese esecutrici un progetto relativo al programma di scavo archeologico, dettagliato nella tempistica e nei mezzi di esecuzione per le parti del cantiere già evidenziate (circa il 40% del totale) e in proiezione per quanto riguarda il resto del cantiere.
Direzione Regionale e Soprintendenze competenti hanno preso atto con favore della documentazione prodotta; sentiti il Soprintendente per i Beni Archeologici e la Soprintendente per i Beni Architettonici, il Direttore Regionale ha espresso parere di massima favorevole alla traslazione e/o rimozione dei principali resti rinvenuti in corso di scavo e in particolare:
a) dei resti in fondazione di un edificio tardo medioevale a carattere religioso
b) dei recinti funerari di età romana con le stele (tre) fino ad ora recuperate
c) degli impianti artigianali di età romana (vasca, pozzo, cisterna in mattoni)
d) della strada acciottolata
e) di alcuni resti di fondazioni relativi a edifici rustici di età romana
Le altre emergenze archeologiche, conservate a livello parziale, o esclusivamente a carattere negativo (fossati, buche di palo, pozzetti, fosse di scarico), saranno evidentemente rimosse in scavo.
Tali operazioni saranno rese possibili previa la necessaria presentazione, in via definitiva, di un piano organico dettagliato di scavo (già proposto in via preliminare), e sia garantito un impegno formale del Comune di Modena a studiare congiuntamente agli organi del Ministero per i Beni Culturali un progetto definitivo di opportuna valorizzazione dei reperti archeologici che tenga conto non solo dei reperti già portati in luce ma anche di quelli che emergeranno nel corso degli scavi della parte del cantiere non ancora presa in esame. A tale proposito la Direzione Regionale si riserva di comunicare la decisione formale nei prossimi giorni per quanto attiene ai resti archeologici già in luce e valuterà le eventuali emergenze successive in corso d’opera sulla base delle relazioni delle Soprintendenze preposte. Direzione Regionale e Soprintendenze hanno anche chiesto garanzie, che sono state soddisfatte, sulla valorizzazione dei reperti mobili, sulla loro conservazione in via temporanea nel corso dei lavori, sul restauro e sull’edizione scientifica dello scavo.
Su tutte queste tematiche verrà preparato nei prossimi giorni un protocollo d’intesa che verrà sottoscritto dai rappresentanti del Ministero per i Beni culturali, del Comune di Modena e delle imprese esecutrici.
Verrà data la massima informazione possibile all’opinione pubblica sul proseguimento e i risultati degli scavi anche con conferenze periodiche aperte alla cittadinanza a cura della Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Emilia Romagna, che continua a garantire la Direzione scientifica di tutte le operazioni di scavo.
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