Il Consiglio Comunale ha approvato una delibera, presentata dall’assessore all’Urbanistica Daniele Sitta, che attua a livello locale la legge regionale del 6 luglio 2009 sulla qualificazione del patrimonio urbanistico abitativo. Il dibattito consiliare, dopo la presentazione dell’assessore, si è aperto con gli interventi di due consiglieri che avevano presentato interrogazioni sul “Piano Casa”.
Fabio Rossi, Pd, ha affermato: “quando si parla di piano casa non si può non chiedersi quale sarà l’influenza sulle nostre città e sugli stili di vita dei cittadini. Salutiamo con favore i vincoli introdotti dalla legge regionale. Anche l’Amministrazione ha deciso di introdurre un elemento di qualità architettonica, imponendo agli interventi proposti il passaggio in commissione edilizia. In un momento di crisi però i cittadini cercheranno di rivolgersi a chi fa prezzi più bassi, e le piccole imprese taglieranno su formazione e sicurezza”.
Sergio Celloni, Pdl, ha ricordato che “l’economia del mattone è un bene rifugio per tanti italiani, e anche rispetto all’Europa ci sono da noi molte più persone che hanno la prima casa di proprietà. Le correzioni al piano casa fatte dalla Regione e da questa Giunta non mi trovano d’accordo. Si poteva rilanciare l’economia, senza deturpare l’ambiente. Se si parla di qualità edilizia, a Modena ci sono già tante brutture e una grande cementificazione”.
Il dibattito vero e proprio è stato aperto da Olga Vecchi, Pdl, che ha affermato: “sul piano casa si fa molta demagogia da parte della sinistra. La casa è bene primario e anche investimento per i cittadini e le famiglie. Il piano casa del Governo può concretamente rilanciare l’economia, offrendo lavoro a un enorme indotto, a tutte le imprese che a vario titolo gravitano attorno all’edilizia, il tutto con denaro privato. Si prevede inoltre l’adeguamento degli edifici esistenti a criteri antisismici e di risparmio energetico. Questa delibera invece snatura il piano nazionale con tantissimi limiti che ne annullano i benefici”.
Vittorio Ballestrazzi, Modena a cinque stelle, ha presentato 3 emendamenti alla delibera: “l’Emilia-Romagna – ha detto – è al terzo posto in Italia per consumo di territorio, mentre anche la nostra programmazione provinciale ricorda che il territorio è un bene finito”. Gli emendamenti propongono ulteriori limitazioni al Piano casa, chiedendo di escludere dalla possibilità di nuovi interventi edilizi alcune parti del territorio comunale definite “carenti di servizi di interessi collettivo” e quelle con densità abitativa superiore a 150 abitanti per ettaro. Ballestrazzi ha inoltre chiesto che l’aumento di edificabilità previsto dalla legge regionale non vada a sommarsi all’aumento di edificabilità già previsto dal piano strutturale comunale (7500 abitazioni in più ancora da localizzare). “Chiediamo che questa disponibilità di 7500 nuove case sia azzerata – ha concluso il consigliere – sempre all’insegna del risparmio di territorio”.
Adolfo Morandi, Pdl, ha ricordato: “il piano casa voluto dal Governo Berlusconi è emerso proprio in corrispondenza dello scoppio della crisi, per contribuire a rilanciare l’economia. Oggi se ne discute già in ritardo di diversi mesi. In altre Regioni il recepimento e l’attuazione della legge è stato molto diverso, con previsioni molto elevate in termini di nuovi posti di lavoro. Qui invece l’assessore ha dichiarato che la legge non avrà effetti sulla collettività modenese, a causa dei tantissimi vincoli imposti”.
Mauro Manfredini, Lega Nord, ha citato le parole di soddisfazione di Vasco Errani, presidente della Regione, all’approvazione della legge regionale e si è detto in disaccordo con le modifiche proposte dal Comune ad alcuni articoli della legge regionale. Manfredini ha sostenuto che “il Governo metterà presto in atto altri interventi a sostegno del diritto alla casa”. Il suo intervento è stato interrotto da un blackout di alcuni minuti che ha colpito tutto il centro storico.
Eugenia Rossi, Italia dei valori, ha auspicato che “gli uffici tecnici facciano un buon lavoro garantendo la qualità edilizia e il rispetto dei vincoli” e ha affermato: “noto che nel nostro Comune c’è un intervento migliorativo rispetto ai dettami della legge regionale, che garantiranno la tutela di edifici di valore anche fuori dal centro storico”. La Rossi si è detta invece perplessa sulla distinzione tra territorio urbano e rurale, perché – ha detto – “ormai il territorio si è modificato e la differenza è in qualche modo fittizia”.
Maurizio Dori, Pd, ha detto di non condividere “il duro attacco ai governatori delle regioni italiane, come il presidente Vasco Errani. La legge è stata portata avanti dal governo Berlusconi come qualcosa di nuovo, ma in realtà ci sono numerose contraddizioni sulle proposte: si parla di riforme al sistema bancario o di edilizia popolare, ma non si tiene conto di quanto già viene fatto dai Comuni come il nostro, ad esempio con la politica dei Peep e degli alloggi affittati a canone convenzionato”.
Gian Carlo Pellacani, Pdl, ha affermato: “il Piano casa del Governo cercava di dare ossigeno ai territori, sperando di attingere a denaro di privati per rilanciare l’economia. Gli Stati Uniti contrastarono con le grandi opere la disoccupazione dovuta alla crisi del ’29, ma in Italia i grandi progetti incontrano sempre enormi ostacoli, basti pensare al ponte di Messina. Il Piano casa, purtroppo, ha un destino analogo perché viene di fatto azzerato. L’Amministrazione impone gravi vincoli, mentre altri comuni come Formigine e Mirandola si sono ben guardati dall’imporre altri limiti in aggiunta a quelli regionali”.
Paolo Trande, capogruppo Pd, ha dichiarato: “dal dibattito è emerso chiaramente che questo Piano casa non ha risorse, e non rimette in circolazione i 550 milioni stanziati dal Governo Prodi per l’edilizia convenzionata. Questo Governo le risorse per Catania, Palermo e Roma le ha trovate, fuori da ogni logica anticiclica di ripresa, solo per ripianare i disastri finanziari provocati da quelle Amministrazioni. Il Piano casa del Governo era potenzialmente devastante come impatto sul patrimonio paesaggistico e sugli assetti urbanistici delle città, e contemporaneamente non riesce a contrastare la crisi economica”.
Vittorio Ballestrazzi, Modena a cinque stelle, ha ripreso la parola precisando alcuni aspetti degli emendamenti proposti, sottolineando che “l’obiettivo è limitare il consumo del territorio”. Ha inoltre dichiarato che “voteremo a favore dell’atto solo se ci sarà apertura verso i nostri emendamenti”.
L’assessore Sitta ha ripreso la parola per rispondere a commenti e interrogazioni dei consiglieri: “l’accordo tra Stato e Regioni – ha detto – ha eliminato il pericolo di devastazione del territorio che era insito nella proposta del Governo sul Piano casa. La casa è un diritto che va garantito con politiche serie, pragmatiche, che rispondano ai bisogni sociali. Dire che a Modena non ci sia bisogno di case vuole dire affermare una cosa non vera. Con questa legge, però – ha ribadito Sitta – non si faranno alloggi in più, ma si darà solo la possibilità a chi ha ville e case bifamiliari di realizzare ampliamenti. Qui non c’è nulla di sociale, non si possono fare alloggi per giovani coppie o famiglie che ne hanno bisogno”. Sitta ha inoltre precisato che “la commissione edilizia non è una commissione politica ma un gruppo di esperti che a mio avviso lavora molto bene”.
Il consigliere Fabio Rossi si è detto soddisfatto delle osservazioni dell’assessore in risposta alla propria interrogazione. Il consigliere Morandi è intervenuto nuovamente dicendosi in disaccordo con le parole dell’assessore Sitta sul governo Berlusconi, e annunciando il proprio voto negativo sulla delibera e l’astensione sugli emendamenti. Il consigliere Ballestrazzi ha ricordato che in Emilia Romagna “spariscono 11 campi di calcio al giorno destinati all’edilizia, e non rimane più un metro quadrato di verde”, e annunciato voto contrario sulla delibera.
Federico Ricci, Sinistra per Modena, ha annunciato voto favorevole “a un atto amministrativo che va nella direzione della sostenibilità economica, sociale e ambientale, a differenza delle politiche del Governo”. Ricci ha annunciato invece voto contrario sugli emendamenti.
Eugenia Rossi, Idv, ha affermato: “gli emendamenti, pur interessanti, sono stati proposti in maniera frettolosa e frammentaria. Il collega avrebbe dovuto presentarli in Commissione”. La consigliera ha ricordato la propria preferenza per le politiche sui Peep e sulle riqualificazioni edilizie e annunciato astensione sia sugli emendamenti sia sulla delibera, “della quale però – ha detto – riconosco il valore”.
Stefano Prampolini, Pd, è intervenuto annunciando voto favorevole del proprio gruppo “al Piano casa come è stato corretto dalla nostra Regione e dalla nostra Amministrazione. Molto importante è la valutazione preventiva della sostenibilità ambientale, favorendo il rispetto degli edifici di valore storico e culturale”. Ha annunciato voto contrario sugli emendamenti del consigliere Ballestrazzi “data la mancanza di tempo per una valutazione approfondita”.
Questi i risultati della votazione: a favore della delibera la maggioranza (Pd e Sinistra per Modena), astenuta Italia dei Valori, contrari Modena a cinque stelle, Pdl, Lega. Gli emendamenti presentati dal consigliere Vittorio Ballestrazzi sono stati invece respinti (a favore il proponente, astenuti Italia dei Valori e Pdl, contrari gli altri presenti).
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