“Alla cultura serve un colpo d’ala, uno scatto, la voglia di non accontentarsi, il coraggio di cambiare e di rinnovarsi”. A poco più di due mesi dalla nomina, e dopo decine di incontri con direttori di istituti, esponenti di associazioni, esperti d’arte e giornalisti, Roberto Alperoli, assessore comunale alla Cultura, individua alcuni dei temi che lo impegneranno nei prossimi mesi: coordinare le numerose iniziative che si svolgono in città, guardare con attenzione alla larga e trascurata fascia di età tra i 15 e i 35 anni, elaborare un progetto specifico per il centro storico, animare maggiormente le periferie, distribuire diversamente le risorse, sostenere l’associazionismo culturale. Ma anche studiare la possibilità di aprire stabilmente la biblioteca Delfini la sera e la domenica, potenziare alcuni punti di lettura periferici e nominare, entro l’autunno, il nuovo responsabile della Galleria civica. Ecco, in sintesi, di cosa si tratta.
Programmare, coordinare, comunicare. “Modena esprime una notevole ricchezza di iniziative, opportunità e manifestazioni culturali promosse dalle istituzioni pubbliche e dalle associazioni del volontariato culturale. Tuttavia, quella ricchezza fatica a venire a galla, a vedersi, ad essere comunicata”, commenta l’assessore. “Serve un’agenda concordata e senza eventi sovrapposti e concorrenziali. Programmazione, coordinamento e comunicazione sono dunque le modalità di lavoro che devono essere potenziate. In particolare, l’assessorato deve rafforzare il coordinamento dei propri istituti, rapportarsi con continuità con la Consulta e con gli assessorati all’Istruzione e alle Politiche giovanili, ma anche individuare un tavolo stabile di confronto con le associazioni economiche che affronti seriamente, tra l’altro, il tema della promozione delle eccellenze della città e l’esigenza di fare di Modena un marchio sul piano culturale e turistico. Deve esserci infine un rapporto molto stretto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena”.
Biblioteche, musei e Civica. Negli istituti culturali del Comune, prosegue Alperoli, “lavora gente che ha competenza e passione, ingredienti indispensabili per offrire servizi e occasioni di qualità. In particolare, penso che le biblioteche comunali dovrebbero riprendersi il ruolo centrale che hanno avuto a Modena in passato. Gli iscritti sembrano invisibili perché sono silenziosi e discreti, ma per riunirli tutti non basterebbe lo stadio Braglia. Sono, infatti, quasi 30 mila e prendono in prestito ogni anno circa 400 mila volumi. Credo che si debba ragionare sulla possibilità di aprire stabilmente la Delfini anche la sera e la domenica e trasformare alcuni punti di lettura periferici in biblioteche vere e proprie con adeguati orari di apertura. I musei, a loro volta, devono individuare modalità nuove per aprirsi ulteriormente e rendersi attraenti non solo ai più giovani, ma anche a fasce di pubblico più vaste. Non si tratta di fare solo cose che fanno rumore, ma piuttosto cose nuove e rispettose della storia dei luoghi”, precisa l’assessore. “Una riflessione importante riguarda il ruolo che la Galleria civica deve avere in città e proprio in questi giorni sto ascoltando il parere di molti artisti e critici d’arte. Comunque, entro l’autunno ci sarà un nuovo direttore o un coordinatore”.
Giovani. “Serve uno sguardo attento nei confronti di una larga fascia d’età, quella tra i 15 e i 35 anni, che oggi non si sente rappresentata, non si sente coinvolta con continuità nella vita sociale e culturale cittadina e non ha la possibilità di esprimersi pienamente”, aggiunge Alperoli. “Si tratta di una fascia di utenti, ma anche di produttori di iniziative. L’attenzione nei loro confronti - fatto decisivo per svecchiare la città ed evitare che le molte cose buone che si fanno diventino autoreferenziali – non riguarda solo l’assessorato alla Cultura, ma l’intera azione dell’amministrazione comunale, il mondo della scuola e quello dell’università”.
Periferie. “In centro storico devono accadere più cose di quelle che accadono ora e in modo più strutturato. In altri termini, serve un progetto specifico che veda il pieno coinvolgimento anche delle associazioni e degli esercizi commerciali. Tuttavia – aggiunge Alperoli - è necessario riservare un’attenzione non occasionale, non episodica ai quartieri. Le nostre periferie sono spesso belle dal punto di vista urbanistico, ma sono luoghi nei quali la vita pubblica, la vita di relazione, ha poche occasioni per manifestarsi”.
Riposizionare le risorse. Se il desiderio di ogni assessore è di aumentare le risorse disponibili, “la realtà della situazione economica generale consente solo di coinvolgere maggiormente i privati e di riposizionare i fondi. Modena, per esempio, spende pochissimo per il cinema, che negli ultimi tempi è stato trascurato”, lamenta Alperoli. “Per questo grande strumento di educazione culturale ed emotiva, che in passato ci ha visti ai primi posti in Italia per pubblico e proiezioni, oggi la città spende molto poco. Inoltre non c’è proporzione tra i numerosi appuntamenti di musica classica e, per esempio, quelli rock, che sono pochissimi, e poche sono anche le risorse destinate alle associazioni culturali”.
Cultura e vita pubblica. Nelle attività culturali ci sono preziosi picchi verticali, come i Festival, capaci di fare crescere l’autostima di una comunità e la sua identità. Al tempo stesso è necessario anche avere cura di una normalità orizzontale, “più silenziosa e feriale, che dia alle persone la possibilità di fare esperienze di vita in modo permanente. La cultura – conclude Alperoli - è un motore fondamentale della vita pubblica perché costruisce socialità, relazioni ed educazione civica”.
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