10/07/2009

SCOPERTO LABORATORIO CINESE CHE IMPIEGAVA CLANDESTINI

Undici persone ci lavoravano e ci dormivano. La Polizia Municipale di Modena ha arrestato il titolare e posto sotto sequestro il capannone situato in via Indipendenza.

Lavoravano anche per 15 ore al giorno e nello stesso stabile, dalle condizioni igieniche precarie, dormivano e mangiavano. Sono tutti cinesi le 11 persone, 10 uomini e una donna, tutti di età compresa tra i 20 e i 30 anni, sorprese a lavorare alle macchine da cucire in un laboratorio allestito in un capannone di via Indipendenza, a Modena. Gli agenti Nucleo Problematiche del Territorio della Polizia Municipale li hanno trovati durante un sopralluogo effettuato questa mattina grazie alla segnalazione di un cittadino. Degli undici, otto erano sprovvisti di permesso di soggiorno e sono quindi stati accompagnati al Comando di PM per gli accertamenti del caso. Tutti sono arrivati in città rispondendo ad annunci di lavoro pubblicati su giornali cinesi. Non esistevano accordi con il titolare della ditta - che risulta essere regolarmente iscritta alla Camera di Commercio di Modena - per quanto riguarda i turni di lavoro o l’entità dei compensi. Nel capannone, dove gli 11 cinesi lavoravano dalle 8.30 del mattino sino a mezzanotte, con due sole pause di una mezz’ora ciascuna per pranzare e cenare, dormivano e mangiavano anche. La preparazione dei pasti avveniva nello stesso luogo da parte di un cuoco appositamente impiegato per un paio d’ore al giorno. Il capannone era stato diviso in due parti: una destinata a laboratorio dove i lavoranti erano occupati a cucire capi d’abbigliamento, l’altra a dormitorio. Per dormire erano stati ricavati degli angusti scomparti provvisti solo di una branda o in altri casi di un materasso appoggiato a terra. Il titolare della ditta, anch’egli cinese, di 31 anni e originario di Canton, che al momento del sopralluogo non era tra i lavoratori, è stato arrestato questo pomeriggio dalla Polizia Municipale per sfruttamento di manodopera clandestina. Il laboratorio è stato posto sotto sequestro, mentre l’Ausl sta verificando le condizioni di sicurezza dei macchinari utilizzati che potrebbero portare ad ulteriori conseguenze per il titolare della ditta.
 

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