02/04/2009

IL CONSIGLIO ADOTTA I NUOVI STEMMA E GONFALONE DI MODENA

Voto unanime per la delibera sui nuovi simboli presentata dal sindaco Giorgio Pighi

È stato accolto tra gli applausi in Consiglio comunale il nuovo gonfalone della città di Modena. Il gonfalone è stato scoperto durante una seduta istituzionale e il prefetto di Modena Giuseppina di Rosa ha trasferito la medaglia d’oro dal vecchio al nuovo gonfalone”. La delibera per l’“Adozione del nuovo Stemma e del Gonfalone del Comune di Modena”, presentata dal sindaco Giorgio Pighi, è stata approvata con voto unanime.
Ad aprire la celebrazione il presidente del Consiglio Ennio Cottafavi, che ha dichiarato: “Salutiamo con orgoglio ed emozione il nuovo gonfalone di Modena con lo stemma cittadino ‘recuperato’ alla sua simbologia civica originaria, a suggello di un lungo e paziente lavoro di ricerca storica. È un importante contributo alla riscoperta dell’identità delle radici modenesi”.
Il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha affermato che: “Il nuovo gonfalone di Modena, su cui capeggia lo stemma comunale ‘ricostruito’ con amore e pazienza, offre a tutti i modenesi una preziosa opportunità per ripensare alla ricchezza della propria storia ed allo spessore delle tradizioni civiche e di esercizio della cittadinanza, con spirito e passione appropriati, che rafforzano il senso di appartenenza e l’identità civile, urbana e territoriale, nella consapevolezza di appartenere a una comunità che vuole essere sempre più giusta e solidale e che è resa grande da fieri ideali che propugnano la prevalenza dell’interesse generale e del bene comune e la coesione sociale, dalle profonde tradizioni di civismo, partecipazione, cooperazione, attenzione ai diritti, dalla democrazia. Questo è un momento di particolare emozione, voglio sottolineare l’orgoglio che mi accompagna nell’avere portato a termine la realizzazione del nuovo gonfalone”.
La seduta istituzionale è proseguita con la relazione del professor Elio Tavilla dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che si è soffermato sulle radici storiche della simbologia araldica e sul loro ruolo nella costruzione dell’identità collettiva delle comunità di cittadini: “figure ed emblemi avevano la funzione di identificare la stirpe d’appartenenza o per la quale si combatteva, e per questo mantengono a tutt’oggi, generalmente, la forma di scudo”, ha spiegato il docente: “la finalità identitaria, distintiva e, per certi aspetti, competitiva dell’insegna araldica, venne fatta propria dalle città del XIII secolo, quando, stabilmente organizzatesi nella forma autonoma di comune, sentirono la necessità di definire iconograficamente la loro entità giuridica alla medesima stregua dei lignaggi nobiliari, persino di quelli principeschi, con cui il Commune Civitatis, soprattutto nell’Italia centro-settentrionale, era entrato in diretta concorrenza. È a San Geminiano o, per meglio dire, alla sua figurazione iconografica – ha puntualizzato Tavilla - che si deve la scelta cromatica dello stemma comunale. Il motto Avia pervia, ideato per illustrare il significato delle trivelle, è stato attribuito all’erudito Giovanni Maria Barbieri, all’epoca cancelliere comunale”. Secondo il professor Tavilla, attraverso il motto e il simbolo delle trivelle “la comunità geminiana intendeva manifestare al suo duca Alfonso II d’Este la tenacia, la dedizione, la forza con cui la città-trivella si riteneva capace di rendere facile (pervia) la strada più difficile (avia), quella attraverso la quale il prezioso liquido di cui è ricco il sottosuolo modenese, perforando l’ostacolo del terreno, poteva giungere sino alla superficie. L’ultimo dei segni araldici d’antico regime – ha concluso – è quello della corona marchionale, conferita da Francesco III nel 1740, all’atto di ascendere al soglio ducale, in segno di riconoscimento e di attenzione alla sua città, la città capitale. Le varianti napoleoniche e quelle, minimali, dell’Unità nazionale non hanno modificato l’impostazione araldica - colori, simbolo, motto, fregio - del Comune di Modena”.
 

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