“Il Festival Filosofia sarà realizzato anche quest’anno con l’importanza e il valore che merita. Da tempo i componenti del comitato promotore del Festival avevano l’idea di creare un soggetto autonomo per la gestione dell’iniziativa, proprio in virtù della grande attrattiva del Festival. La soluzione individuata è stata tempestiva e adeguata”. Lo ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Modena Mario Lugli, rispondendo in Consiglio comunale a 4 interrogazioni presentate in aula da Mauro Tesauro (Verdi), Andrea Leoni (Forza Italia), Giorgio Prampolini (Sinistra per Modena) e Sergio Celloni (Ppl). I consiglieri del gruppo Italia dei valori, pur firmatari di una interrogazione sullo stesso tema, hanno rinunciato a discuterla e lasciato l’aula per protesta contro le affermazioni del capogruppo della Lega nord nel dibattito precedente. Alla loro istanza l’assessore ha dato risposta scritta.
Mauro Tesauro, Verdi, ha definito “clamorose” le dimissioni della direttrice della Fondazione San Carlo, professoressa Michelina Borsari, e del comitato scientifico del Festival Filosofia. Ha poi chiesto all’assessore di “chiarire urgentemente in aula l’ingarbugliata situazione che si è venuta a creare e che potrebbe mettere a repentaglio l’edizione prossima del Festival Filosofia”.
Andrea Leoni ha definito le dimissioni della professoressa Borsari e del Comitato scientifico “una pessima figura a livello planetario” e ha chiesto all’assessore “se confermi che alla dottoressa Borsari non siano state offerte, in sede di rinnovo contrattuale, le garanzie da lei richieste”. Leoni ha concluso dicendo: “ci attendiamo un modo diverso di affrontare le cose, in questa vicenda c’è stata una gestione pessima da parte delle Istituzioni locali”.
Giorgio Prampolini, Sinistra per Modena, ha detto: “non riesco a capire ancora oggi cosa sia successo nella crisi del Festival Filosofia e chiesto all’assessore “approfondita informazione sulla crisi che investe il Festival Filosofia nonché sulle prospettive future di un evento culturale che ha risonanza non solo cittadina”.
Sergio Celloni, Ppl, ha ricordato “i cruenti contrasti e colpi di scena riguardanti la direzione del Festival Filosofia e i relativi costi” e ha chiesto lumi all’assessore sui costi di tante manifestazioni culturali della città, puntualizzando che “il Festival Filosofia costa circa un milione di euro l’anno, il Festival delle Bande Musicali, circa 100 mila euro l’anno, Modena Terra di Motori 270 mila euro per tre anni, le Serate Estensi 368 mila euro, Scoprire i viali 15 mila euro, Artiglia Art 20 mila euro. Le iniziative di Modenamore mio costano oltre 100mila euro più 80 mila per l’illuminazione natalizia, e la Fondazione Teatro Comunale costa oltre due milioni di euro l’anno”. Celloni ha chiesto dunque di conoscere “quali sono i criteri di aggiudicazione delle manifestazioni, chi le gestisce, e quali sono i dati reali di ritorno economico”, sottolineando che “si tratta di iniziative a spot, che non portano a una crescita del territorio e della sua economia. Viene da pensare si tratti di manifestazioni di facciata, spesso presentate e promosse dai soliti noti, e con spese eccessive”.
Nella sua risposta, Mario Lugli ha precisato: “un’iniziativa come il Festival Filosofia nasce da buone prassi nate sul nostro territorio, che hanno saputo attrarre un pubblico nazionale e internazionale. La Fondazione San Carlo nel 2001 ha raccolto la proposta di realizzare un festival culturale dedicato alla filosofia, sulla falsariga di quanto avveniva già in altre città. Quest’anno, alla scadenza del contratto della dottoressa Borsari, è mancato un accordo tra lei e la Fondazione Collegio San Carlo, che ha poi scelto un nuovo direttore. La conseguenza è stata le dimissioni del comitato scientifico presieduto dal professor Remo Bodei. Il Festival Filosofia è solo una delle attività della Fondazione, che comprende anche una rinomata Scuola di Alti studi. La soluzione di creare un soggetto ad hoc per gestire e guidare il Festival è condivisa da tutti i soggetti: i tre comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Provincia, la Fondazione San Carlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. L’associazione, che sarà guidata dalla dottoressa Borsari, avrà una sua autonomia ma allo stesso tempo agirà in stretta collaborazione con i soggetti proponenti”. Lugli ha puntualizzato che “di fronte a una situazione critica, gli enti hanno avuto la capacità di mettere in campo un’azione di forte investimento e forte rilancio, con una soluzione che garantirà ancora alla città la realizzazione di un evento culturale e pubblico di questo rilievo”.
Andrea Galli, An, è intervenuto nel dibattito sottolineando: “uno dei gioielli culturali di Modena si è sfarinato in modo improvviso. Io, che non ho avuto il piacere di conoscere i motivi reali di questo disastro, sono rimasto stupefatto. Voi della Giunta vi siete beati per anni di una situazione di eccellenza, poi non avete saputo gestire la relazione con intellettuali tra i più alti al mondo, che hanno portato lustro ed eccellenza alla nostra città. Come se la Ferrari se ne andasse da Maranello. È stata terribile, poi, la caduta di stile del presidente della Fondazione che ha parlato di un problema economico alla base della decisione della direttrice”.
Achille Caropreso, Pd, ha affermato: “la crisi del Festival può essere anche l’occasione di un rinnovamento catartico. Fino a poco tempo fa parte di questo Consiglio la considerava una manifestazione di nicchia, radical chic, mentre oggi è stata definita un gioiello culturale. Il Consiglio all’unanimità sta sottolineando l’eccellenza di questa realtà, imitata in varie città italiane, un po’ come capita alla Settimana Enigmistica, che vanta innumerevoli tentativi di imitazione”.
Baldo Flori, Modena a colori, ha evidenziato: “nelle pacate argomentazioni dell’assessore ho avuto purtroppo la sensazione di essere preso in giro. Questa discussione avrebbe dovuto fare chiarezza, invece ci troviamo a parlare addirittura degli effetti benefici di una crisi presentata come crisi di crescita. Oggi, anche chi aveva in passato criticato alcuni aspetti, si trova a difendere il Festival. Non siamo qui per discutere delle iniziative autonome della Fondazione San Carlo, ma per capire cosa è successo. La Giunta non ha saputo affrontare in modo adeguato i termini di questa crisi, anzi l’ha gestita in modo dilettantesco”.
Angela Bellei, Prc, ha ricordato “la capacità del Festival di proporsi come modello ad altre città europee” e “la sua importanza nel diffondere l’immagine di Modena, Carpi e Sassuolo nel mondo, non soltanto come città del fare, per le nostre industrie manifatturiere, ma anche come città del pensare, in grado di definire un nuovo modello di sviluppo avente al centro le persone e la qualità dell’ambiente. Dal mio punto di vista, si potrebbe fare a meno di altre iniziative, come le Bande Militari, per poter ridurre i costi. Oppure ridurre le spese grazie a un minore ricorso alle consulenze esterne rispetto alle risorse interne dell’ente. Serve che questo evento diventi pubblico nel significato profondo del termine”.
Giuseppe Campana, Pd, ha detto: “a mio avviso la dirigenza della Fondazione San Carlo non si è mossa bene, ma non ci sono, in questa vicenda, vittime innocenti. Da questa situazione ha rischiato di uscire malconcia tutta l’attività della Fondazione e lo stesso Festival ma mi auguro si stia trovando una strada per risolvere la crisi. La storia della Fondazione, dall’inizio degli anni Settanta, è stata portare avanti una straordinaria apertura al nuovo, del dopo Concilio Vaticano II, dissodando nuovi terreni culturali chiamando gente giovane e sconosciuta, che oggi è affermata. Un’attività che è stata possibile solo grazie alla grande autonomia della Fondazione”.
Sergio Rusticali, Ps, ha affermato: “non mi è piaciuta la gestione iniziale di questa crisi. Non credo che l’esplosione di questa contrapposizione sia una questione nata nell’arco di poco tempo. È importante che il Festival mantenga la sua qualità e il suo legame con il nostro territorio. Inoltre in questa crisi anche la maggioranza che sostiene l’Amministrazione ha appreso tutto dai giornali senza essere informato di nulla. Il Sindaco è riuscito comunque a proporre una mediazione accettabile”.
Antonio Maienza, Popolari per il centrosinistra, ha osservato che “il Festival Filosofia è stata una delle prime occasioni in cui la nostra città ha dimostrato di saper esportare anche cultura” e ha poi ripercorso “le lotte di potere che hanno portato alle dimissioni della direttrice e del comitato scientifico”, sottolineando che “la situazione poteva essere gestita un po’ meglio”.
William Garagnani, Pd, ha ricordato “l’autonomia della Fondazione San Carlo e la sua competenza nella gestione del Festival Filosofia”. Ha inoltre sottolineato che “compito del Comune è tutelare un bene importante per il proprio territorio, riportando la palla al centro con una soluzione che tuteli il Festival ma al tempo stesso ne permetta lo sviluppo, e questa è la soluzione adottata. È importante garantire la qualità, ma anche aprire alla città e all’università, ad esempio al volontariato studentesco”.
Il sindaco Giorgio Pighi ha spiegato quale è la composizione del Consiglio di amministrazione della Fondazione San Carlo, e ribadito la sua autonomia. “I dissidi che nascono all’interno di soggetti come questi – ha detto il Sindaco – devono ricomporsi nel rispetto dell’autonomia dell’istituzione. È possibile che ci siano stati errori o sottovalutazioni. In questo contesto, giustamente, il Consiglio di amministrazione davanti a un intervento troppo pressante della politica avrebbe dovuto dimettersi, con conseguente commissariamento della Fondazione da parte del Ministero dei Beni culturali. Questo avrebbe significato rinunciare al Festival di quest’anno. L’importante da parte nostra è stato saper mettere in campo l’ipotesi che ha portato alla soluzione. La soluzione – ha ribadito Pighi – l’avevamo in mente già da prima, perché la crescita del Festival lo rendeva difficilmente gestibile all’interno della Fondazione. Chi definiva il Festival un’inutile vetrina ha dovuto ricredersi”.
I consiglieri firmatari delle interrogazioni hanno poi replicato alle risposte ricevute. Sergio Celloni ha detto: “le domande che ho posto non hanno ricevuto una risposta corretta da parte dell’assessore. Giorgio Prampolini ha affermato: “di fronte a un evento cresciuto così tanto come il Festival Filosofia i conflitti possono essere normali. In una crisi di questo genere ci sono sicuramente tanti motivi diversi. Quando all’interno di una manifestazione una singola persona diventa indispensabile significa che c’è un problema”. Mauro Tesauro ha confermato “l’impressione iniziale di una gestione più o meno pasticciata, ferma restando l’autonomia della Fondazione. Sarebbe stato opportuno avere informazioni maggiori sugli orizzonti di sviluppo della manifestazione”. Andrea Leoni ha detto: “dal dibattito di oggi non si è capito affatto come è andata, sembra quasi che sia stato meglio così” e ha ripercorso la cronistoria della crisi del Festival.
L’assessore Lugli ha replicato: “non abbiamo cercato di minimizzare la situazione del Festival. La dinamica che si è realizzata porterà all’obiettivo che tutti abbiamo in mente, che il Festival si realizzi e vada avanti ancora per tanto tempo, indipendentemente dalle persone che lo hanno creato, ma con una formula che continui a suscitare l’interesse del pubblico. Per inserire in questa vicenda un pizzico di vanità, ricordo che nel ’99, da assessore provinciale alla Cultura e al turismo, ebbi l’idea di proporre ai tre Comuni e alla Fondazione la creazione del Festival”. Lugli ha poi precisato, in risposta ai quesiti del consigliere Celloni, che “il Festival costa meno di un milione di euro, l’ultima edizione è costata circa 800 mila euro. L’indotto è difficilmente valutabile, ma esiste una ricerca sui festival culturali in Italia che ha riguardato anche noi. Il primo esempio è stato, nel 1997, il Festival della letteratura di Mantova. Guido Guerzoni nel suo libro “Effetto festival” ha parlato anche del nostro Festival e di altri eventi che trasformano i centri storici delle nostre città in palcoscenici naturali. In occasione di questi eventi si mobilita, traendone beneficio, tutto il sistema alberghiero, della ristorazione e del commercio”. Lugli ha infine concluso: “su questa vicenda non c’è stata da parte nostra reticenza, perché quello che è in gioco è il nome della città”.
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