“Il materiale estratto durante gli scavi per la realizzazione del collettore nell’area delle ex Fonderie in relazione alla natura delle attività che in passato venivano svolte nell’area, potrebbe essere contaminato, per questo non è stato riutilizzato e sarà oggetto di indagine nell’ambito delle verifiche tecniche dell’intera area. Se risulterà contaminato sarà smaltito insieme ad altri eventuali materiali presenti che presentino anch’essi caratteristiche di contaminazione”. E’ la risposta dell’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giovanni Franco Orlando all’interrogazione del consigliere di Fi-Pdl Dante Mazzi “Perché recintare un mucchio di terra all’interno dell’area già recintata delle Ex Fonderie?”. Il consigliere ha sottolineato che “da alcuni mesi all'interno dell'area è stato realizzato un ammasso di terra coperto con un telo di plastica fissato da pneumatici per evitarne il distacco a causa del vento. A fine gennaio 2009, tale ammasso è stato recintato con una rete montata su una palizzata dell'altezza di circa 2 metri e bloccata da un cancello, perché è stato messo in sicurezza un cumulo di terra che già si trova all'interno di un'area chiusa e recintata non accessibile al pubblico? Quali sono i costi per la realizzazione di una recinzione che appare superflua?”. Il consigliere ha, inoltre, chiesto se erano state effettuate analisi per verificare la presenza di sostanze inquinanti, se erano presenti rischi per la salute degli abitanti delle case situate a pochi metri dal luogo in questione e se erano stati predisposti i successivi interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale del sito.
“Nell’attesa delle opportune verifiche il cumulo di materiale estratto è stato protetto – ha proseguito l’assessore – per evitare sia la dispersione attraverso il vento (si tratta di materiali terrosi ma con una componente sabbiosa) o la rimozione operata dall’acqua piovana, sia utilizzazioni improprie quali, ad esempio, il gioco dei bambini, trattandosi di un’area non presidiata”. Per la protezione “sono state utilizzate “le tecniche usualmente impiegate in questi casi: membrane impermeabili di copertura zavorrate per evitare l’azione del vento e della pioggia e recinzione metallica riutilizzabile per evitare la manomissione della copertura. Una protezione di tale tipo garantisce in modo assoluto il confinamento dell’accumulo e quindi l’assoluta sicurezza dei residenti delle zone circostanti”.
Il consigliere Mazzi si è dichiarato non soddisfatto: “Se si deve proteggere non si capisce perché se in caso di dubbi come questi non sia stata portata via questa terra. È molto facile che ci siano materiali dannosi, che forse sarebbe stato più opportuno spostare, o almeno avvisare i residenti che si sta facendo questo tipo di operazione. Principio di precauzione migliore sarebbe stato fare subito delle analisi”.
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