L’ara di Vetilia venne eretta nel I secolo d.C. lungo la via Emilia a est della città dove si sviluppava una delle più vaste necropoli di Mutina. In età romana infatti le aree cimiteriali erano collocate lungo le principali strade di accesso alle città.
Il ritrovamento dell’ara di Vetilia Egloge, per quanto notevole, non è quindi una sorpresa. Fin dal Medioevo infatti sono venute in luce lungo questo antico asse stradale varie testimonianze della necropoli romana. Il più antico rinvenimento risale al 1209, quando, come ricorda un’antica cronaca, i Modenesi “per miracolo d’una visione” rinvennero in località S. Lazzaro due leoni in marmo forse riferibili a un grande mausoleo, che quasi certamente corrispondono ai leoni che si trovano oggi ai lati del portale Maggiore del Duomo.
Numerosi rinvenimenti archeologici sono stati effettuati soprattutto a partire dalla seconda metà del ‘900 in parallelo con lo sviluppo urbanistico e l’ampliamento dei quartieri a est della città. Di alcuni di questi monumenti, per la maggior parte conservati nel Lapidario Romano del Palazzo dei Musei assieme all’ara di Vetilia, è stata creata una copia oggi collocata nel luogo del ritrovamento. A breve distanza dal luogo in cui venne recuperata Vetilia è collocata la replica dell’ara del centurione Publius Clodius, databile agli inizi del I secolo d.C. All’altezza dell’incrocio della via Emilia con via Bonacini e via Cucchiari si trovano sui due lati della via Emilia, la stele di Caius Fadius Zethus, del I secolo d.C,, rinvenuta ancora infissa sul proprio basamento al di sotto di uno spesso strato alluvionale, e un blocco lapideo scolpito a forma di prua di nave, probabilmente riferibile al monumento funerario di un personaggio di alto rango della fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C.
La musealizzazione dei monumenti funerari presso la sede della concessionaria Bmw e lungo la ciclabile prospiciente la stessa andranno presto ad integrare l’itinerario archeologico lungo la via Emilia. E’, inoltre, di pochi giorni fa la notizia del ritrovamento a breve distanza dalla rotatoria di un altro leone funerario: una scoperta eccezionale che cade proprio a 800 anni da quella del portale maggiore del Duomo.
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