03/02/2009

A MODENA LO SCOPRITORE DELLA "STELLA CHE NON C'E'"

Il fisico Giovanni Bignami all'Auditorium Biagi venerdì 6 febbraio. Si occupa di ricerca spaziale dagli anni '70 ed è stato ai vertici delle Agenzie italiana ed europea


Ha partecipato alla progettazione di satelliti, è stato al vertice dell'Agenzia spaziale italiana e dell'Agenzia spaziale europea e il suo nome è legato alla scoperta della stella di neutroni Geminga, famosa come “la stella che non c'è”, perché inizialmente non era visibile dai telescopi e la sua esistenza poteva solo essere dedotta da indizi.
Il fisico Giovanni Bignami, primo italiano a ricevere il Premio Rossi della American Astronomical Society, sarà all’Auditorium Fondazione Biagi di Modena, in largo Marco Biagi 10, venerdì 6 febbraio alle 21 per una conferenza dal titolo “L’esplorazione dello spazio” (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti, informazioni al numero 059 2032940). L’appuntamento, organizzato dalle Biblioteche comunali e dall’Università di Modena e Reggio Emilia, chiude la rassegna “Oltre il blu. Le frontiere della scienza fuori dall’atmosfera terrestre”, che ha già ospitato l'astronoma Margherita Hack e l'astronauta Umberto Guidoni.
L'alternativa tra esplorazioni “con o senza equipaggio” accompagna la storia dell'astronautica dai tempi di von Braun, padre delle missioni americane e dello sbarco sulla luna. Cosa è successo da allora e, soprattutto, cosa succederà nei prossimi anni? Gli obiettivi dell'esplorazione spaziale sono cresciuti esponenzialmente: comprendono lo studio dell'origine e la struttura dell'universo, la ricerca di forme di vita extraterrestre e lo sviluppo di nuove tecnologie, che trovano un vasto campo applicativo anche in altri settori. Le due scelte possibili, umana o robotica, hanno entrambe vantaggi e svantaggi che verranno esaminati nel corso della conferenza. “Per 4 mila anni l’uomo ha fatto astronomia credendosi al centro dell’universo. Da 40 anni facciamo astronomia dallo spazio e sappiamo che la materia di cui siamo fatti è solo un pizzico trascurabile della materia universale, diversa e sconosciuta”, spiega Bignami, che si occupa di ricerca spaziale dagli anni Settanta e ha lavorato in Italia, Europa e Stati Uniti. “Con i telescopi moderni scopriamo centinaia di pianeti extrasolari: aveva ragione Giordano Bruno, non siamo né unici né speciali”.
La conferenza inaugura simbolicamente l’Anno internazionale dell’Astronomia. La ricorrenza ha un particolare valore per l'Italia, perché cade a quattrocento anni delle prime osservazioni di Galileo Galilei.
 

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