“L’attività di Promec, l’azienda speciale della Camera di Commercio che promuove l’internazionalizzazione delle nostre aziende, è stata rilanciata recentemente per rispondere meglio alle esigenze dettate dal difficile momento che i mercati internazionali e le imprese del territorio stanno attraversando”. Così l’assessore alle Politiche economiche del Comune di Modena, Graziano Pini, ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione presentata da Andrea Galli (Pdl) sul tema “Dove va Promec?”, poi trasformata in interpellanza per consentire l’intervento di altri consiglieri.
Andrea Galli ha presentato la propria interrogazione sostenendo che “l'azienda speciale della Camera di Commercio oggi appare senza obiettivi malgrado sia stata istituita quasi 14 anni or sono per aiutare, assistere e accompagnare all'estero quelle aziende, specialmente piccole e medie, interessate a vendere, a comperare, a stipulare accordi di natura produttiva o commerciale”.
Secondo l’assessore, “la preoccupazione del Consigliere si basasu dati che non sembrano trovare riscontro nella realtà dei fatti: l’attività dell’Azienda, sostiene la Camera di Commercio, è stata oggetto nell’ultimo anno di un vero e proprio rilancio, basato sulla consapevolezza che lo sbocco sui mercati esteri delle imprese modenesi è sempre più necessario e necessita di un’attività di supporto sempre più qualificata e incisiva. Il programma sviluppato – ha precisato Pini - non si limita all’accompagnamento delle imprese all’estero, o alla distribuzione di interventi a pioggia, ma si amplia ad attività di promozione, informazione, formazione, orientamento alla qualità e alle tecnologie. Nel primo semestre 2009 Promec è stata attiva in tredici fiere all’estero, in Paesi che presentano buone prospettive di sviluppo per le nostre esportazioni: Russia, India, Giappone, Libia, Messico, solo per citarne alcune; per far pronte ai nuovi impegni è stata oggetto anche di una intensa attività di riorganizzazione interna, che consentirà un’attività dinamica e mirata a raggiungere risultati positivi”. L’assessore si è detto convinto “che la riorganizzazione di Promec risponda alle necessità di migliorare ancora il rapporto dell’economia locale con i mercati internazionali, portando effettivi benefici alle imprese che intendono aprirsi ai mercati esteri”. Ha infine suggerito la possibilità di dedicare parte di una seduta dell’apposita commissione consiliare al tema dell’internazionalizzazione delle imprese, invitando rappresentanti di Promec e della Camera di Commercio.
Dopo l’intervento dell’assessore, Vittorio Ballestrazzi, Modena a 5 stelle, ha chiesto la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza e ha detto: “nel suo intervento, il consigliere Galli ha citato tra le cose bagatellari che si discutono in quest’aula il tema delle pelli di leopardo. Mi pare che sia stata un’osservazione infelice, lo dico perché noi siamo contrari a tutte le pellicce”. Salvo Cotrino, Pd, ha affermato: “spesso le missioni organizzate da Promec sono state definite, nel dibattito politico degli anni passati, inopportune. A fronte anche di queste polemiche l’ente è stato riorganizzato e ripensato. Potrebbe essere interessante sentire i diretti responsabili di Promec”. Mauro Manfredini, Lega, ha dichiarato: “mi pare che ogni anno ci siano spese di 700-800mila euro per portare gli imprenditori in gita. Dopo anni di denunce siamo di nuovo a doverci occupare di questo ente. Comunque 7 mesi per una riorganizzazione sono veramente troppi”. Sandro Bellei, Lega, ha sottolineato gli alti costi di un ente “i cui risultati sono stati, finora, piuttosto dubbi in termini di impatto sul mercato e l’internazionalizzazione delle nostre imprese”. Sergio Celloni, Pdl, ha detto: “le nostre imprese sono in difficoltà anche a causa della concorrenza sleale dei paesi emergenti. Serve un coordinamento tra le imprese, le associazioni e gli enti pubblici per sostenere la crescita del nostro territorio”. Stefano Prampolini, Pd, ha spezzato una lancia in favore degli enti che si occupano di studio e ricerca, “in quanto è anche grazie a una maggiore conoscenza del nostro tessuto economico che possiamo programmare azioni politiche. Le nostre 7200 imprese che impegnano 114mila persone devono sicuramente puntare sull’export”. Andrea Galli, Pdl, ha dichiarato: “la dipendenza dall’export fa sì che i nostri posti di lavoro siano molto vulnerabili in momenti di crisi. Rischiamo di trovarci a piangere per aziende che chiudono o si ridimensionano". L’assessore ha rinunciato a un’ulteriore replica dopo gli interventi dei consiglieri.
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