Tre appuntamenti in due giorni per scoprire il romanzo “Il Gattopardo”, scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa, pubblicato nel 1958 e ispirato alle vicende dell’antica famiglia siciliana dell’autore e, in particolare, alla figura del bisnonno, vissuto negli anni cruciali del Risorgimento. E’ ciò che propone “Il racconto nascosto”, nuovo laboratorio di Parabole in programma domenica 11 e lunedì 12 ottobre alla biblioteca civica Delfini di corso Canalgrande 103.
Domenica 11 ottobre alle 15.30 e alle 16.30 l’attore e regista Stefano Vercelli propone un vagabondaggio tra i libri (ingresso gratuito su prenotazione al numero 059 2032940). Complesso e sfaccettato, l'atto della lettura si lega a molti fili. La performance sottolinea, fra gli altri, il ruolo della casualità. E' un percorso senza inizio, concepito appositamente per gli spazi di una biblioteca: un gioco di aperture casuali fra le pagine, al termine del quale - da frammenti diversi di differenti autori – viene a comporsi un sorprendente testo finale. L'azione è guidata, accompagnata e, a volte, determinata, dalle musiche del film “Il Gattopardo”.
Sempre domenica 11 ottobre alle 17.30 lo storico del teatro Gerardo Guccini e l’attrice Magda Siti propongono “Il Gattopardo tra parole e visioni” (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti), dedicato alla versione cinematografica del romanzo realizzata da Luchino Visconti. Nel passaggio dal romanzo al film alcuni personaggi sono stati ridotti, altri mutati, il finale non trova riscontri nella trasposizione cinematografica, interi capitoli sono scivolati nell'ombra. Visconti, però, non ha scelto né inventato a caso. Le sue modifiche rispondono intimamente alle strutture del testo. Sono le strategie della scrittura il primo materiale dello spettacolo cinematografico.
Lunedì 12 ottobre alle 18.30 il saggista e drammaturgo Luca Scarlini propone infine “Le rose di Angelica. Un carillon per il Gattopardo” (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti). Scarlini accompagna il pubblico tra le pagine del romanzo di Tomasi di Lampedusa seguendo il ritmo e la musica delle parole. Una lettura/esecuzione che ricostruisce il paradigma musicale del romanzo, vero e proprio sistema narrativo attraversato da allusioni e parallelismi. Non solo nella celeberrima scena finale del ballo, ma più sottilmente in tutta la tessitura dall’inizio alla fine dell’opera.
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