I tecnici lo hanno soprannominato subito “Willy”. Sono i resti, la mandibola e due lunghi denti, di un castoro vissuto in età tardo antica (tra il terzo ed il sesto secolo Dopo Cristo) rinvenuti nel corso dei lavori di verifica della staticità della Torre Ghirlandina.
Il roditore è stato portato alla luce nel corso di indagini geotecniche condotti dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e dal Comune di Modena.
Willy il roditore è stato rinvenuto al di sopra del livello archeologico romano, alla profondità di circa tre metri, quota che indica una probabile età tardo antica.
I resti sono stati riportati alla luce dalle indagini stratifiche e sedimentologiche condotte dal professor Stefano Lugli del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia insieme agli studenti dei corsi di laurea in Scienze Geologiche ed in Scienze dei Beni Culturali.
Una scoperta eccezionale resa possibile grazie agli scavi effettuati, negli scorsi mesi di novembre e dicembre, dal Comune di Modena che ha effettuato tre sondaggi a carotaggio continuo al centro di Piazza Grande nell’ambito delle indagini programmate dal Comitato scientifico per i restauri della Torre Ghirlandina coordinate dall’architetto Rossella Cadignani.
“I sondaggi, sottolinea l’architetto Rossella Cadignanidei, uno dei quali uha raggiunto gli 80 metri di profondità, hanno lo scopo di indagare le caratteristiche geotecniche dei sedimenti che si trovano al di sotto di Duomo e Ghirlandina per verificare lo sviluppo dei cedimenti e la risposta dei monumenti del sito UNESCO in occasione di eventi sismici. Un necessità fortemente evidenziata dal terremoto del 23 dicembre dicembre. Comunque, conclude la Cadignani, le ricerche si confermano una preziosa occasione per ottenere nuovi dati sulla storia della nostra città”.
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