15/01/2009

EX FONDERIE, ARCHITETTURE IN RAME E FABBRICATO STORICO

Nel progetto vincitore si affiancano passato e presente. Oltre agli spazi del Dast, aree commerciali, piazze, spazi pubblici, 100 alloggi e tre parcheggi sotterranei

L’inserimento di nuovi volumi edilizi, per la collocazione delle funzioni del progetto Dast, ricoperti da una sorta di pelle traforata in rame: elementi di diversa altezza e dalla base ridotta per mantenere il più possibile la storica struttura del fabbricato industriale. La realizzazione di circa 100 alloggi e la destinazione a funzione commerciale di 3 corpi fabbrica a un piano. La creazione di una piazza parco antistante al fronte nord dell’edificio e di una più piccola davanti allo storico ingresso delle ex Fonderie dal lato del cavalcavia. E infine, la realizzazione di un parcheggio interrato a più livelli per poco meno di 670 posti, di un secondo adiacente da 100 posti su un solo livello e di un terzo da 200 posti su due livelli per i nuovi alloggi. E’ il progetto realizzato dal Centro Cooperativo di Progettazione CCDP di Reggio Emilia, che ha vinto il primo premio del Concorso di idee delle Ex Fonderie, bandito dal Comune di Modena, aggiudicandosi 40 mila euro, considerati come acconto per un eventuale futuro incarico. Il progetto prevede, in linea con il progetto partecipativo Dast, la collocazione all’interno della struttura di tutti gli spazi previsti: Facoltà di Design industriale, Officina Emilia, Amici delle Fonderie, Istituto storico, Fonderie delle Arti, Consulta della Cultura, più alcune zone di uso comune.
“Si distingue per aver saputo interpretare l'identità del manufatto storico rafforzandone i significati con l'inserimento di nuove forme architettoniche in grado di definire un qualificato segno urbano. Il progetto inoltre dimostra una convincente rispondenza ai requisiti del bando, ben integrati e risolti nella soluzione progettuale”. Questa la motivazione del primo premio assegnato dalla Commissione giudicante, presieduta da Fabrizio Lugli, Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Modena, e composta, tra gli altri, dall’ex rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Gian Carlo Pellacani, da rappresentanti degli Ordini Professionali, e da Marino Folin, già rettore Iuav.
“Il criterio che sta alla base di questo tipo di approccio – si legge nella relazione del gruppo vincitore – è che si riconosce l’importanza di questo edificio, estesa anche alle sue parti meno pregiate, non solo come memoria della storia politico sociale della citrà, ma come testimonianza dell’architettura funzionalista modenese degli anni trenta e come ultima testimonianza della tradizionale architettura industriale della città”. Con la “colorazione dorata”, “la rudezza del materiale metallico e allo stesso tempo la delicatezza del ricamo”, il gruppo di architetti vincitore ha voluto “evocare la destinazione passata di luogo della fusione metallica”, comunicando al contempo all’esterno “la nascita della nuova funzione”.
Il secondo progetto classificato, dell’architetto Tosoni Piergiorgio di Torino, che si aggiudica un premio di 10 mila euro, è stato premiato con la motivazione che “si caratterizza per la forte connotazione dell'insieme, ritrovata attraverso la chiarezza ed il rigore delle soluzioni proposte, riscontrabili sia nel progetto dell'edificio sia nella intera soluzione urbana, con particolare attenzione agli spazi pubblici”. Ciò che ha spinto ad attribuire il terzo premio (pari a 5 mila euro) al progetto dell’architetto Luciano Cupelloni, di Roma è stata “la buona rispondenza alla maggior parte delle richieste espresse dal bando, ben risolte a livello organizzativo e funzionale”.
 

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