12/01/2009

"ABORTO, OBBLIGATORI I COLLOQUI PER PROPORRE ALTERNATIVE"

L'assessore Arletti ha risposto a due interrogazioni di Fi - Pdl sull'interruzione volontaria di gravidanza e sull'opuscolo distribuito relativo alla RU486.

“Affermare che i professionisti suggeriscano o ancor peggio facciano pressione sulle donne perché abortiscano è un’illazione. Tutti coloro che eseguono i colloqui sono tenuti per legge a proporre modalità di rimozione degli ostacoli che portano la donna a richiedere l'interruzione della gravidanza, ostacoli che però dobbiamo ammettere non necessariamente sono di origine economica e sociale, ma anche relazionale e personale oltre che sanitaria”. E’ la risposta in Consiglio comunale a Modena dell’assessore alle Pari opportunità Simona Arletti all’interpellanza presentata da Fi – Pdl “In attuazione della legge 194 quali alternative all’aborto vengono proposte?”.
Il consigliere Dante Mazzi, nel presentare l’interpellanza, si è chiesto se “ci sono punti di contatto tra maggioranza e opposizione per indurre a soluzioni alternative e ridurre il ricorso all’interruzione della gravidanza?”. Fi, in particolare, chiedeva se ai consultori familiari dell’Asl del territorio comunale gli operatori propongono alternative all’aborto, quali risorse hanno a disposizione per aiutare le maternità difficili, quante donne nel 2007 hanno poi scelto di continuare la gravidanza, e quali aiuti sono stati predisposti dall’Amministrazione. L’interpellanza portava ad esempio Forlì, “dove nel 2007 è stato rivisto il percorso consultoriale, e ora la donna incontra per primo un assistente sociale, e grazie a questo nel 2007 un numero significativo di mamme che pensavano di abortire ha scelto di continuare la gravidanza”.
“I dati utilizzati dai consiglieri per evidenziare un aumento delle interruzioni volontarie nel territorio provinciale – ha affermato l’assessore Arletti – mettono a confronto i valori assoluti di due anni, il 1996 e il 2002, che sono caratterizzati da una differenza sostanziale per la composizione della popolazione in età fertile, con un incremento significativo della quota di immigrati, che ha abitudini riproduttive diverse rispetto alla popolazione autoctona, risultati evidenti anche dai dati della natalità. Se anziché valori assoluti si utilizzassero i tassi di abortività, cioè il numero delle interruzioni di gravidanza x 1000 donne fertili in età tra i 15 e i 49 anni, si vedrebbe che il numero delle interruzioni è stabile, mentre è in aumento il dato di natalità e il tasso di fecondità. I dati relativi alla nostra popolazione è chiaramente in calo: 319 nel 1995 e 236 nel 2006”. L’assessore ha spiegato che “i professionisti che al consultorio incontrano le donne all'inizio della gravidanza con richiesta di interruzione sono: l'ostetrica alla prima accoglienza e il ginecologo al successivo colloquio; nel caso si ravveda la necessità sono previsti colloqui e consulenze con gli psicologi e la genetista in sede, o con le assistenti sociali del Comune o altri professionisti di servizi extraconsultoriali (psichiatri, internisti, farmacologi etc.)”. Le donne che dopo un colloquio hanno deciso di portare a termine la gravidanza sono state il 13% nel 2006, il 17% nel 2007, ma è un dato sottostimato perché si riferisce solo alle donne che dopo il colloquio col medico non hanno più richiesto la certificazione, mancano nei dati le donne che hanno rinunciato al colloquio col medico già dopo l'accoglienza dell'ostetrica, e le donne che pur avendo eseguito la certificazione, successivamente non si sono presentate ad eseguire l'aborto”. Il servizio sociale, ha proseguito l’assessore, “per tutelare la maternità propone un insieme di interventi che prevedono il concorso di più apporti professionali, sanitari e di protezione sociale, integrati in un progetto assistenziale personalizzato. Nel corso del 2007 sono stati erogati a nuclei familiari con minori più di 872 euro per contributi a sostegno del mantenimento di abitazione, utenze, sostegno ai bisogni primari, contributi per servizi (rette scolastiche, baby sitter, ecc…) e sono stati seguiti 524 nuclei familiari”.
Rispondendo a una seconda interpellanza di Fi - Pdl: “Interruzione volontaria di gravidanza e diffusione di materiale informativo su RU486”, con la quale si chiedeva informazione sul pieghevole relativo alla pillola RU486 distribuito e ritenuto impreciso, carente di informazioni e “in violazione di norme nazionali”, Arletti ha spiegato che “questo specifico materiale informativo è stato elaborato sulla base della nota informativa regionale ed è rivolto esclusivamente alle donne che hanno già fatto la scelta di sottoporsi all'interruzione di gravidanza. Tale materiale informativo risulta tuttora utilizzato nei consultori dell'Azienda Usl”.
Il consigliere di Forza Italia Mario Tamburi ha commentato: “Le interruzioni di gravidanza sono calate? Il 40% delle interruzioni interessano extracomunitari, il 60% italiane. Bisogna fare di più, in modo da far rendere la maternità una scelta libera per la donna”.
Dante Mazzi ha dichiarato di essere “impressionato, perché lei mi ha fatto una contestazione sui numeri: per me vanno visti in termini assoluti. Se aumenta la popolazione, solo perché diminuisce la percentuale dobbiamo essere contenti? Dobbiamo puntare allo zero. È l’obiettivo che ci si deve dare, per garantire libertà alla donna, autodeterminazione. Stiamo parlando di vite, anche se non ancora formate. Ci si divide quando c’è questa valutazione di numeri”.
L’assessore Arletti ha concluso il dibattito affermando: “Se c’è una cosa su cui non ci dobbiamo dividere sono i dati. Se c’è una legge controllata di anno in anno dal ministero della Salute sono i dati. Non si possono considerare solo i numeri assoluti quando la popolazione cambia. Tutelare la donna interessa anche a noi ed è il metodo più sicuro di interruzione di gravidanza è la RU486”.
 

Azioni sul documento